Praticamente non c'è argomento sul quale Pd e Pdl la pensino alla stessa maniera, e farebbero almeno bene a tenersi la propria opinione e discuterne nelle sedi opportune. Invece, dichiarazioni a tutto spiano, con conseguente sconcerto dell'opinione pubblica. Addirittura, alla faccia delle larghe intese, si comincia a parlare di maggioranze variabili, Pd e Pdl che votano su un provvedimento, Pd e 5Stelle su un altro. Se si pensa che questa sia la strada per l'emergenza, si è proprio sbagliato a disegnare l'itinerario politico.
Gino Canali
Le maggioranze variabili presto o poi si manifesteranno. E l'opinione pubblica ne rimarrà più che basìta: frastornata. Il primo caso potrebbe venire dal verdetto, previsto in questi giorni, della giunta per le immunità del Senato.
Essa ha il compito di verificare la regolarità dell'elezione dei componenti di Palazzo Madama e non è escluso che lo scrutinio segreto annunzi la bocciatura di Berlusconi. Su di lui, come si sa, pende la spada di Damocle d'una legge di oltre mezzo secolo fa che impedisce l'assolvimento d'incarichi parlamentari a chi sia titolare di concessioni pubbliche. Finora rimasta nell'oblìo, la si vorrebbe curiosamente riesumare oggi. Il Pd assicura lealtà all'alleato Pdl, ma sono tempi in cui il Pd non garantisce alcun governo dei suoi deputati e senatori, come dimostra il rogo che ha bruciato le candidature di Marini e Prodi durante le votazioni per il presidente della Repubblica. Sel e M5S aspettano fiduciosi l'occasione offerta dalla riservatezza del voto: più che d'affondare Berlusconi, vogliono affondare il Governo. E un simile siluro rischierebbe, altroché, d'affondarlo.
Max Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA