Cara provincia
Lunedì 25 Maggio 2009
La politica d’oggi e il romanzo di Gianburrasca
Nel romanzo all'italiana la realtà supera sempre la fantasia
Gli studenti hanno il diritto di criticare le valutazioni date dagli insegnanti? Certamente, almeno tanto quanto gli imputati che nel nostro Paese sono liberi di criticare i giudici dei propri processi.
Ma proviamo a immaginare: e se qualche studente un po’ scapestrato andasse oltre, cominciando anche a denunciare complotti orditi dai docenti nei suoi confronti? Definendosi perseguitato da coloro che applicano le regole a suo sfavore? Dichiarando ingiusta la stessa possibilità di un’eventuale bocciatura? Pieni di comprensione per le sue disgrazie, non vorremmo magari concedergli di riscrivere le norme a suo piacimento, di scegliersi un collegio di valutazione più compiacente, di fare e disfare l’istituzione scolastica come più gli aggrada? O piuttosto non saremmo portati a considerare tale atteggiamento come un misero trucco per coprire le proprie effettive manchevolezze e responsabilità?
Spero che le ennesime, recenti piazzate dell’“uomo più perseguitato d’Italia” (come lo ha definito un suo sostenitore), volte a gettare fango sulla magistratura e insieme a svuotare il Parlamento di una piena legittimità, in quanto “inutile e controproducente”, non inducano simili progetti nella mente di qualche nostro futuro allievo. La possibilità di abusi di potere, ovviamente, non si può mai escludere. Ma quando, ogni volta che ci vien dato torto da chi ha le competenze professionali per farlo, con una rigorosa applicazione delle procedure, gridiamo al tentativo di “farci fuori”, è forse più plausibile pensare ad un grossolano tentativo di sviare l’attenzione e di delegittimare chi è preposto al giudizio. Come farebbe un qualsiasi Giamburrasca, ammiccando al “popolo” in campagna elettorale: ce l’hanno con me, che dopotutto sono “uno di voi”.
prof. Andrea Luppi
A me pare che gli studenti, nei decenni scorsi, non abbiano perduto tempo nell’attribuirsi i diritti di cui ora non vorremmo che s’appropriassero. Nella scuola – e soprattutto nell’università - degli anni Settanta era un continuo succedersi di grida alla persecuzione. Vi fecero seguito norme per debellarla, e i risultati dell’istruzione nazionale sono sotto gli occhi di tutti. Quanto a Giamburrasca e alle sue successive incarnazioni – dalle quali lei non esclude quella politica - la realtà del terzo millennio ha decisamente superato le fantasie del secondo: le avventure raccontate nel giornalino di Vamba non sono per nulla concorrenziali con i racconti della quotidianità proposti dai giornali d’oggi. Il romanzo all’italiana ha un successo che non finisce mai.
Max Lodi
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