Regionali, sarà una Lega pigliatutto?

Bossi non ha mai nascosto che il massimo delle sue aspirazioni è di poter vedere un giorno la Lombardia a guida leghista

Ancora una volta la Lega è andata all’incasso. Berlusconi, dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale, s’è nuovamente trovato in difficoltà, come gli succede ormai da molto tempo e ha quindi dovuto concedere agli alleati di governo ciò che gli chiedevano. Mi riferisco alla trattativa politica in vista delle elezioni regionali: la Lega non aveva mai avuto un suo candidato presidente e adesso invece l’ha ottenuto. Alla guida del Veneto verranno indicati o il ministro Zaia o il sindaco di Verona Tosi con tanti saluti a Galan, l’attuale governatore del Pdl, che non s’era affatto comportato male e che ambiva apertamente alla riconferma. Non è da escludersi che altre concessioni berlusconiane arrivino, prima che le candidature diventino definitive. Per la Lega una cuccagna: speriamo che sappia contraccambiare i cittadini con buone prove di governo.

Lorenzo Bianchi

Che la Lega avrebbe ottenuto la candidatura a una presidenza regionale, era scontato prim’ancora della bocciatura del lodo Alfano. Non era scontato che ottenesse il Veneto, veniva data favorita per il Piemonte doveva poteva (può) contare su una personalità ormai di prestigio come il novarese Cota, e aspirava non tanto segretamente anche alla Lombardia mettendo in fila per la poltrona in primis (addirittura) il ministro Maroni, poi Castelli e Giorgetti. Naturalmente rivendicare la Lombardia era chiedere cento per ottenere cinquanta (Piemonte o Veneto o magari, hai visto mai?, tutt’e due). Per ora è andata così. Se la situazione non cambierà, merita riflessione il fatto che all’interno del leghismo i veneti han battuto i lombardi e questa è una singolare novità. Singolare perché Bossi non hai mai nascosto di preferire i secondi ai primi, vista l’origine sua e soprattutto del suo partito.
La vera sorpresa del mercato elettorale del centrodestra è il ritiro delle ambizioni lombarde (e soprattutto varesine) del Carroccio. Proprio Bossi non ha mai nascosto che il massimo delle sue aspirazioni è di poter vedere un giorno la Lombardia a guida leghista. Pare che sia un giorno ancora lontano da venire. La Lega si rifarà tuttavia con candidature di bandiera nelle regioni rosse. Di bandiera, poi, fino a un certo punto perché infastidiranno molto i rivali del centrosinistra nel cuore del loro impero (ex impero?) del consenso. Quanto a Berlusconi che deve pagare un prezzo agli alleati per i guai che l’affliggono, non mi pare cosa di speciale interesse. Succede da lungo tempo, ma non ha mai impedito al Cavaliere di trovare un equilibrio per tenere insieme la sua maggioranza.
 
Massimo Lodi

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