Cementificare con mezzo secolo di ritardo

La filosofia del mattone non è l'unica evoluzione per Como

Cara Provincia,
 leggo notizie che mi preoccupano molto riguardo il futuro di Como. Si vorrebbero costruire dei grattacieli, ampliare in modo esagerato la zona del palazzetto dello sport di Muggiò, mettendoci di tutto, anche un centro commerciale. Si pensa anche di mettere una piramide in piazza Cavour. Che legame ci sia tra l’Egitto e Parigi lo sappiamo tutti. Ma con Como?
Un ultimo dubbio riguarda ciò che si vorrebbe fare nell’area dell’ospedale S. Anna. Quest’area fu donata da Teresa Rimoldi per costruire un ospedale e questa volontà in passato è stata rispettata. Ora si vuole cambiare e ciò che era stato dato per la comunità diventerà in parte privato. Ho capito bene? Mi chiedo se tutto questo sia legale e mi piacerebbe che qualcuno mi rispondesse. Cordiali saluti
Enrica Molteni
Como

Cara signora Enrica, lei mette in fila giustamente realtà che ci preoccupano e che passerebbero inosservate senza un minimo di coscienza civica. Purtroppo, nella nostra distrazione di cittadini molto indaffarati e molto individualisti, finiamo per credere che tutto questo sia normale. «Cosa volete che sia un condominio in più?», sembra voler dire l’Amministrazione mentre benedice opere di cementificazione dall’impatto micidiale volute ed approvate qualche legislatura fa.
Noi siamo perplessi e sin dal primo giorno ci opponiamo alla filosofia del mattone come unica evoluzione per Como, come unico trampolino di lancio verso il futuro. Un prato, un condominio; una vecchia fabbrica, dieci condomini; un vecchio ospedale, un tot di condomini. Con il resto, in ordine sparso, delle villette a schiera vista lago.
Ci sembra di vivere dentro una canzone di Celentano degli anni Sessanta e non è neppure bello perchè siamo in ritardo di mezzo secolo persino sui difetti degli altri.
Una città non può crescere solo col cemento, una città ha bisogno d’una pianificazione seria, condivisa, che tenga in considerazione i servizi e lo sviluppo della società. Ciò che lei dice è più che giusto, anche se mi permetto un distinguo. Se la piramide in piazza Cavour dimostra uno sforzo di fantasìa e dimostra che sarebbe persino divertente provare a riempire quel vuoto lasciato dal lago, la carica dei condomini in Ticosa e nel vecchio Sant’Anna sta a testimoniare che i comuni non hanno più la capacità di gestire economicamente le città. E per farlo devono adattarsi a vendere l’argenteria di famiglia. Quando non gli ideali. 

Giorgio Gandola
[email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA