Com'era verde la mia valle, in quel di Muggiò

Un'ondata di cemento investe la città

Preg. mo direttore,
 le scrivo, stimolato dalle recenti inchieste svolte dal suo quotidiano sulla trasformazione del territorio che Como e la sua provincia stanno vivendo. Mio padre acquistò la piccola casa in cui abito, a Muggiò, nel 1936; si sposò da lì a pochi anni ma mia madre non volle abitarci perché le sembrava che la frazione fosse troppo isolata: pensi, ci venivano solo di domenica per  una gita in campagna! In effetti ho delle foto di famiglia dell’epoca in cui si vedono nello sfondo tutti i campi fino all’ospedale S. Anna!
Io l’abito da quando mi sono sposato, inizio Anni 80. Muggiò non era certo più la Muggiò degli Anni 30, molti condomini e casette erano sorte per andare incontro alla crescente domanda d’abitazioni richieste dall’impetuoso sviluppo economico che l’Italia stava vivendo, ma non era molto diversa dalla Muggiò di oggi.
Accanto a noi c’era ancora una piccola porzione di boschetto ai margini del quale c’era un sentiero che collegava il nucleo di Muggiò bassa con Piazza d’Armi. Nello stato dei bisogni che puntualmente ogni anno la Circoscrizione redigeva, si rilevava come fosse importante mantenere tale sentiero per la sua funzione di cucitura dei luoghi, anche e soprattutto in previsione delle trasformazioni che la stessa area avrebbe potuto avere, Purtroppo verso la fine degli Anni 90 il boschetto fu abbattuto e furono costruite, a fronte strada una palazzina con negozi e mini appartamenti e sul retro una villa con giardino, recintato; del sentiero nessuna traccia, il boschetto non c’era più, ma un qualche beneficio al quartiere era stato dato: i negozi ne compensavano, anche se in altro modo, la perdita. Ora, a distanza di neppure vent’anni, la villa è stata abbattuta ed al suo posto in un battibaleno è cresciuto un palazzo di 16 appartamenti, più alto di quelli circostanti, forse anche perché,  grazie ad una distorsione del regolamento edilizio, i sottotetti non cubano volumetria. Il primo intervento di trasformazione dell’area aveva reso al proprietario un bel guadagno, un bell’aumento della sua rendita fondiaria, grazie alla trasformazione della destinazione d’uso del suolo, ma, ripeto, aveva anche reso un servizio al quartiere. Questa nuova ricostruzione a chi giova?
Certamente soprattutto al proprietario/venditore che moltiplica nuovamente e non poco, ed a distanza di pochi anni, il valore del suo fondo, mentre al quartiere sottrae qualità urbana e vivibilità, regalando solo traffico e nessun nuovo servizio.
Questo dono ulteriore di volumetria, una vera vincita alla lotteria perché arrichisce solo alcuni fortunati cittadini, è il frutto, non per tutti commestibile, dell’ultimo piano regolatore, quel PRUG , padre dell’attuale speculazione edilizia, che il sindaco Bruni continua a disconoscere come non suo ( «E’ il piano di Botta», afferma) ma che, se non erro, il dott. Bruni allora suo assessore fu ben lieto, assieme ad altri, di approvare. Grazie alla puntuale ricognizione dei nuovi insediamenti di cui il suo quotidiano sta dando notizia, so che Muggiò non è il solo quartiere a dover subire questa nuova, mal programmata ed incoerente  ondata di cemento, ma le assicuro, che  in questo caso "mal comune"  non è affatto "mezzo gaudio".


Emilio Albonico

© RIPRODUZIONE RISERVATA