I consumatori devono
sempre essere rispettati

Disservizi, telefonate a vuoto e maleducazioni nei confronti di chi paga e non ottiene ciò che gli spetta

Spettabile Provincia, scrivo per segnalare un episodio che ritengo sintetizzi da sé il concetto di mala "tutela" del consumatore, un fenomeno fin troppo diffuso nel nostro Paese.
Qualche giorno fa, nella speranza di poter assistere ad un avvenimento sportivo trasmesso la domenica sera da Mediaset sui canali digitali, ho acquistato - per la non certo modica cifra di 179 euro - una tessera "Mediaset Premium". Ho provveduto ad attivarla correttamente, ricevendo conferma scritta dall’operatore della regolarità della attivazione, nella speranza che di lì a poco potessi iniziare a ricevere i canali a pagamento. Almeno questo è quanto normalmente accade nella prassi. Nulla di tutto ciò: nonostante la regolare attivazione, nonostante l’avvenuto pagamento della quota per il servizio di programmazione digitale, il teleschermo non dava segnali di vita.
Decisi di contattare subito il call center di Mediaset per richiedere la necessaria assistenza: dopo ben otto (avete letto bene) telefonate (a pagamento ovviamente) il problema rimaneva irrisolto. Mi veniva richiesto di staccare e riattaccare cavi e prese, resettare il decoder, spegnere ed accendere, inserire e reinserire tessere e chi più ne ha più ne metta. Mancava forse la danza della pioggia o un rito propiziatorio per completare il quadro. Inutile dire che, in almeno due telefonate con l’operatore, nelle quali lamentavo la mancata risoluzione del problema, nonostante avessi precedentemente ricevuto le più ampie rassicurazioni che "tutto si sarebbe risolto in pochi minuti", la linea telefonica "misteriosamente" cadeva. Altrettanto inutile dire che, nel corso dell’ennesima telefonata, l’operatore (con tono "seccato") imputava al mio televisore e addirittura all’antenna condominiale il problema tecnico. Mi fu poi chiesto se abitassi in una zona, magari montana, con scarso segnale televisivo: gli risposi che non mi sembrava affatto di intravedere praterie a mandrie di buoi, dal momento che telefonavo dal centro di Como.
Risultato: il problema persiste ed il consumatore subisce passivamente, senza contare che per la segnalazione di un disservizio le telefonate sono a suo carico a nostro carico.
Avv. Aldo Elli

Egregio avvocato, prendo spunto dalla sua lettera per richiamare due semplici principi e condividerli con tutti gli altri lettori: 1) la centralità della persona, sempre e comunque; 2) la responsabilità, anche sociale, delle imprese nei confronti dei cittadini-consumatori. Sono questi, infatti, gli obiettivi di metodo che devono caratterizzare l’azione di chi opera in ogni settore, sia esso pubblico o privato.
Filippo Poletti

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