I diritti degli elettori limitati dai partiti. Per legge

Con questa legge elettorale, c'è poco da decidere

Egregio direttore,
il mio professore di Diritto Pubblico mi ha insegnato che il voto è «personale ed eguale, libero e segreto». In questi giorni, sentendo le parole della premiata ditta Veltrusconi, mi sono accorto che il docente si è dimenticato di dirmi che esistono anche un voto utile ed uno inutile.
È curioso (e preoccupante) che i due candidati premier dei partiti teoricamente più grandi e certamente più coccolati da televisioni paurosamente compiacenti dicano «Vota per me. Altrimenti voti per lui». Di certo è un indizio di quello che potrebbe succedere dopo, con una probabile compressione della scelta elettorale e, di conseguenza, della democrazia, a due grandi blocchi senz’anima.
Si sono forse dimenticati che saranno gli elettori a decidere le effettive dimensioni e la rappresentanza dei partiti in parlamento, e che gli elettori sono liberi, in teoria, di bocciare clamorosamente la «ditta Veltrusconi»? Si sono forse dimenticati che sono gli elettori (e non la volontà dei leader) a stabilire quali partiti supereranno lo sbarramento e quali no? Non si accontentano della sovraesposizione mediatica che ricevono?
Tutti questi appelli al voto utile (che, è bene ricordarlo, è un concetto sconosciuto ad ogni democrazia) denotano soltanto la grande paura che i due leader hanno di un buon successo dei cosiddetti partiti "minori".
Sono ben consci di essere a capo di grandi aggregazioni di interessi compositi, contenitori senza identità certe e senza valori univoci, fatti per essere venduti come prodotti e non per portare avanti degli ideali. E sanno (o temono) che gli italiani sono ancora abbastanza maturi da scegliere chi votare in base al programma o all’idea che rappresenta, e non necessariamente in base ai proclami populistici o alla sproporzione degli spazi televisivi.

Federico Trombetta
Cernobbio

Caro Federico, a mio parere gli elettori, con questa legge, hanno poco da decidere. Soprattutto perché non scelgono gli eletti che sono selezionati dalle segreterie di partito attraverso l’attribuzione dei posti di lista, un autentico schiaffo a quella volontà popolare di cui tutti si riempiono la bocca. Le faccio un piccolo esempio concreto: se io sono un simpatizzante del partito "x" che però al secondo posto in lista candida il signor "k" che non mi ispira fiducia, mi trovo costretto a non votare o a votare per un altro partito. E comunque "k" sarà eletto lo stesso. Mica male come limitazione, non le pare?Per quanto riguarda la querelle sul voto utile ha ragione lei: i due principali leader hanno una paura matta dei cosiddetti «piccoli». Soprattutto per quanto riguarda il Senato. E comunque nessuna legge impone di tener conto degli appelli di campagna elettorale.

Francesco Angelini
[email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA