Cara provincia
Domenica 19 Ottobre 2008
I rimborsi dei politici e quelli dei giornali
Chi fa politica deve rendere conto alla collettività
Buongiorno. Leggo frequentemente sul vostro quotidiano parecchi articoli riguardo i rimborsi spese richiesti dagli amministratori pubblici. A volte compare anche il mio nome in quanto Consigliere provinciale. Certo, alcuni sono esagerati, quello è fuori dubbio.
Pertanto vi chiedo la possibilità di poter visionare quanto percepisce di stipendio e di rimborsi il direttore di questo quotidiano, in cosa consiste il vostro parco auto aziendale e quanti km percorrono (quanti giri del mondo?). E soprattutto vorrei sapere quanto è la cifra del contributo statale che ogni anno questo quotidiano percepisce. Grazie. Saluti.
Emanuele Bogani
Gentile signor Bogani,
nessun problema ad accontentarla. Il direttore di questo quotidiano ha un contratto giornalistico articolo 1 con dichiarazione dei redditi regolarmente depositata presso gli uffici comunali di Cantù, Comune nel quale risiede. Per agevolarla nella ricerca le regalo una dritta: questo giornale ha pubblicato i redditi 2005 del direttore nel giugno scorso, all’interno di un’inchiesta sugli stipendi di imprenditori, professionisti, consulenti, artigiani, commercianti e politici. Il contratto del direttore non prevede alcun rimborso spese, ma un’automobile in leasing come benefit personale. La redazione ha in dotazione un’auto aziendale (una Punto alla quale siamo parecchio affezionati) che, pur macinando molti chilometri per ovvi motivi - le notizie non spuntano mai solo sotto casa -, non riesce a raggiungere le vette artistiche dei rimborsi spese oggetto d’inchiesta della magistratura.
Questo giornale beneficia, come tutti i giornali d’Europa, di uno sconto sulle tariffe postali. Il provvedimento è adottato da tutti i paesi europei e mira a favorire la lettura e gli abbonamenti. Ma «La Provincia» non percepisce nessun finanziamento pubblico, a differenza dei quotidiani di partito (il Manifesto, L’Unità, Liberazione, il Secolo d’Italia, la Padania e via cantando) e di alcuni giornali d’opinione come Libero, il Riformista, il Foglio. Il contributo è a piè di lista ed è nell’ordine del 60-70%.
In definitiva, il quotidiano dei comaschi sta in piedi grazie alle sue forze e a quelle del suo Editore. Che è un privato e che, in teoria, dei propri denari potrebbe fare ciò che vuole. I rimborsi dei politici come lei, al contrario, li paghiamo noi cittadini. Per questo, signor Bogani, ha il sacrosanto dovere di renderne conto alla collettività. Colta la differenza, o no?
Giorgio Gandola
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