Cara provincia
Domenica 23 Novembre 2008
Il caso Alitalia è l’ennesima lezione sprecata
Non sarebbe meglio affidare una volta per tutte il trasporto aereo al giudizio del libero mercato?
Cara Provincia,
ho scoperto che Easy Jet ha avviato da qualche giorno un servizio navetta Malpensa-Roma e ritorno a prezzi assolutamente competitivi. La notizia mi ha fatto riflettere, specie di fronte all’incredibile mobilitazione in atto per Alitalia. Leggevo che, per i dipendenti in esubero, sarebbero pronti sette anni di cassa integrazione quando, di norma, il massimo concesso a settori come l’edilizia mi sembra siano tredici settimane. Il tutto, senza contare lo scorporo del peggio dell’ex compagnia di bandiera con relativo conferimento nella Bad Co (ovviamente pagata da Pantalone). Insomma, non sarebbe meglio affidare una volta per tutte il trasporto aereo al giudizio del solo libero mercato?
Emanuele Tettamanti
Sarebbe meglio sì, ma non andrà in questo modo. I dipendenti dell’Alitalia, o almeno buona parte di essi, hanno a lungo goduto d’un trattamento di privilegio, sono renitenti a rinunziarvi anche in presenza di una crisi devastante come questa, otterranno non tutto quel che chiedono (ci mancherebbe) ma neppure poco, e chi avrà la sfortuna di doversi cercare un’altra occupazione riceverà benefici d’uscita superiori a quelli assegnati ad altre categorie di lavoratori. La discussione se sia giusto o meno è sterile, e anzi inutile: non è giusto e basta. Non bisogna però scordare quanto d’ingiusto, e per decenni, si è combinato nelle aziende di Stato, con ciò rafforzando in ciascun livello della scala produttiva pubblica un’idea di sussistenza ch’è ormai dura a morire. Persino quando a morire, o vicina ad esserlo, è l’azienda medesima. E non illudiamoci che questa vicenda, comunque vada a finire, abbia insegnato qualcosa: le premure di Stato continueranno, sia verso le dirette figliazioni della "casa madre" sia verso altri che della "casa madre" stanno nel cuore. Uno degli ultimi esempi in tal senso sono le coperture finanziarie e multimilionarie di cui Berlusconi e i suoi ministri han gratificato le amministrazioni civiche di Roma e Catania. A quale criterio di corretto funzionamento della gestione municipale e della sorveglianza governativa corrispondono tali elargizioni? A nessuno. Lei, caro Tettamanti, si appella al libero mercato: è un richiamo pertinente, ma si ricorda che cosa avvenne quando l’allora ministro Bersani diede il via alle liberalizzazioni che - se attuate - avrebbero sancito il successo di questo principio e procurato un vantaggio all’intera comunità nazionale? Scoppiò la rivolta delle corporazioni. Scoppiò e vinse. E noi seguitiamo a perderci.
Max Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA