Il fascino sottile del confronto fra epoche

Quali ostacoli sul cammino della nostra Nazionale?

I trionfali titoli dei giornali e la debordante retorica delle trasmissioni radiofoniche e televisive hanno esaltato oltre ogni ragionevole misura le sequenza di trenta partite consecutive senza sconfitta realizzata dalla Nazionale di calcio sotto la guida del C.T. Lippi, così eguagliando l’identica impresa realizzata negli anni ’30 dalla Nazionale guidata da Vittorio Pozzo.
Sarebbe stato opportuno ricordare che quella Nazionale non ha trovato sul suo vittorioso cammino gli ostacoli rappresentati dalle Nazionali di Slovenia, Finlandia, Islanda, Ecuador, Moldavia, Costa d’Avorio, Ghana, Cipro, Montenegro....

Mario Orlandoni
Como

La sua riflessione apre la porta a una serie di considerazioni. Primo, non ci sorprende che sia stato celebrato il raggiungimento di questo traguardo. A volte lo sport si legge anche con i numeri (per fortuna non solo con quelli...): le statistiche, diceva qualcuno, sono fatte per essere aggiornate, ed è logico che questo dato fosse sfruttato, più che altro per ricordare la striscia eccezionale del cittì. Detto questo, non sappiamo quanto le analisi giornalistiche siano entrate nel dettaglio. In realtà la buccia di banana della questione è rappresentata dal confronto tra epoche. Una pratica impossibile, quanto invitante. Confrontare le epoche è impossibile, nessuno dei confronti (anche solo numerici) tra protagonisti di epoche diverse è attendibile, anche se solo si elencano le vittorie. Eppure è il sogno di tutti noi. Una macchina del tempo che potesse rendere possibile una partita tra squadre di stagioni diverse.... E’ la nostra maniera per confrontarci con il nostro passato. E cedere anche un po’, perché no?, alla malinconia. Proprio perché è impossibile, i giornali (ma prima di loro, gli appassionati al bar) ci sguazzano senza possibilità di smentita. Più bravo Pantani o Merckx? Senna o Schumacher? Rossi o Agostini? E giù aneddoti e sfumature. Inutili. Perché, e veniamo alla sua lettera, sono gli avversari ad essere diversi. Solo su una cosa dissentiamo. E’ vero che Pozzo non affrontò nazionali dallo scarso valore storico come quelle che lei cita, ma siamo convinti che oggi alcune di queste stesse nazionali siano molto più vicine alle grandi di quanto non lo fossero allora. Ha visto il Montenegro a Lecce? Forse a quel tempo Pozzo l’avrebbe battuto 6-0. Ma oggi il calcio ormai è globalizzato e lo sgambetto è sempe dietro l’angolo.

Nicola Nenci
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