Il primato e le colpe della politica

Le liste bloccate limitano la democrazia


Cara Provincia,
 si viene a sapere che è in corso di avanzata elaborazione il progetto di proporre liste bloccate per le "europee" abolendo le preferenze, perseverando con il nefasto sistema delle ultime elezioni politiche. Continua così un processo strisciante della limitazione della democrazia che ha molti capitoli.
 Nonostante questo, si continua a ritenere che siano solo le e gli "elette" "eletti" a essere l’espressione del popolo (anche quelle e quelli catapultati dall’alto senza aver mai distribuito un volantino e conosciuto la fatica della "politica", perché la politica, è anche valori, ideali, sudore e sangue) cancellando tutto il valore dei corpi intermedi e della società civile sancito dalla Costituzione. Contro l’elementare idea di conservare una grande impresa forte italiana, si sono venduti e smembrati settori come chimica, alimentare, energia, industria pesante. Si dice che la piccola e media impresa sia troppo piccola, ma la si demonizza, invece che investire per la sua crescita.
Si è ingessato e asservito il sistema del Welfare, statalizzandolo e sottraendogli le risorse private, si privatizzano le municipalizzate, rendendole, senza adeguate riflessioni, oligopoli privati. Questo è l’avvento di una sorta di calvinismo politico ed economico. Non vale più la persona mossa da ideali, non valgono più le aggregazioni i corpi intermedi, i partiti popolari, la democrazia economica e politica, le istituzioni democratiche. Per i "calvinisti" è la realtà che deve adeguarsi, magari con qualche violenza, verbale o no...

Davide Fent
Como

Caro Fent, sottoscrivo l’affermazione per cui la politica è anche (ma aggiungerei soprattutto) valori, ideali, sudore e sangue. E forse anche le trasformazioni economiche e sociali che lei cita derivano in buona parte dalla fine del primato della politica che non è più riuscita ad esercitare quel ruolo di indirizzo mantenuto fino al termine degli anni ’80. Molte responsabilità della perdita di questo ruolo e di una politica sempre più eterodiretta sono però dello stesso ceto politico di allora che con la corruzione e l’inefficienza ha consentito ad altri soggetti di espugnare il Palazzo. L’inversione di tendenza non sembra alla porte.

Francesco Angelini
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