Il tesoretto? Ormai è come l'oro di Dongo

Banchieri e petrolieri non faranno beneficenza

Cara Provincia,
il nuovo ministro dell’Economia, ritornato sulla cresta dell’onda berlusconiana, ha subito iniziato la caccia al presunto tesoretto ma non avendolo trovato ha mandato a dire a banchieri e petrolieri che dovranno prepararsi a sborsare i soldi occorrenti per mantenere le promesse elettorali che hanno fatto presa sul popolo minuto.
I banchieri hanno risposto al perentorio appello evidenziando la loro autonomia. I petrolieri, invece, non hanno fatto orecchio al supremo avviso. Ammesso, concesso e concretizzato il contributo richiesto punge vaghezza, alla luce di passate esperienze, che le due dorate categorie non faranno beneficenza, ma si rifaranno sui rispettivi utenti, per l’ennesima volta, sapientemente illusi da quella accoppiata dominante costituita da una politica di basso profilo e da una finanza di alto livello. L’abolizione dell’Ici lascerà un vuoto non indifferente nei bilanci delle amministrazioni locali che già invocano un C.C.C. (Contributo Compensativo Comunale). Con la vigente favola immorale Pantalone continuerà a pagare ma fra 5 anni, con la matita in mano, ridiventerà ancora sovrano. Il che conferma che mutati i tempi, i nomi e l’ordine Gaetano Daino
Albate

Caro Gaetano,
lo scopriremo solo vivendo cosa succederà. Facile che banche e petrolieri, ammesso che si riesca a scucir loro qualcosa, si rivarranno sui cittadini. In questo caso però il governo dovrà vigilare e impedirlo. Riguardo all’Ici il ministro Tremonti ha garantito una copertura ai comuni per i mancati introiti ma non ha detto dove andrà a recuperare questi quattrini.
La verità la sanno tutti: servono tagli draconiani ai costi della politica e alla pubblica amministrazione. Lo sanno ma non lo fanno (almeno per ora): nel primo caso perché è difficile che cane mangi cane, cioè che la Casta decida di rinunciare a una fetta di privilegi, nel secondo perché sarebbe misure troppo impopolari che si pagano poi nell’urna. In questo modo, però, resteranno solo le belle parole e il rischio che i comuni si rivalgano sui cittadini. In quanto al tesoretto, ormai è diventato come l’oro di Dongo. Nessuno sa se è mai esistito e soprattutto, nel caso, dove sia andato a finire. L’unica certezza è che non arriverà mai nelle tasche degli italiani.

Francesco Angelini

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