La commedia di Veltroni non fa ridere

Dà l’impressione di recitare la sua scontata parte in commedia

Non mancano i programmi, le analisi, i dibattiti. Ciò che manca alla sinistra di oggi è la capacità di ridere. Chi non ricorda i giornali satirici della nuova sinistra di trent’anni fa, iniziando dal "Male"? Certo, il costume si evolve, le generazioni politiche pure. Anche il calcio, purtroppo. Passati i tempi di Nereo Rocco che introdusse il Libero dietro la difesa a catenaccio e lo stopper al centro della difesa, nella Triestina anni ’50, oggi è impossibile, sarebbe incomprensibile, una scritta del tipo: "Padania Libera! Valeria Marini Stopper". Padania libera scritto in verde, Valeria Marini in rosso. Fondo bianco, naturalmente.

Roberto Gervasini

Non è solo la capacità di ridere che manca alla sinistra. È proprio la capacità "tout court". La capacità di combinare qualcosa di cui rimanga traccia o eco di fronte all’occupazione del potere, e delle annesse praterie, che la destra ha potuto compiere grazie al successone elettorale. Ormai, tutte le volte che interviene e pur dicendo qualcuna di queste volte cose apprezzabili, Veltroni dà l’impressione di recitare la sua scontata parte in commedia, di riavviare una registrazione antica, di svolgere con grigia diligenza e nulla di più il compito assegnatogli.
Non s’intravvedono i colori della vivacità, del dinamismo, della passione, della forza. La forza di uno che ci crede, nel ribaltamento prossimo o futuro, della situazione. Di conseguenza, Veltroni trasmette un’immagine di debolezza, cui contribuiscono con pulsione suicida dirigenti e comprimari del suo partito, più preoccupati di criticare il segretario, e di distinguersene pensando a futuri tornaconti personali, che di sostenerlo.
 Detta alla sempliciona: forse sarebbe l’ora - se già non è troppo tardi - di prendere atto della situazione e di cambiarla, prima che il farlo non serva più a niente. Le Europee sono tra pochi mesi, il Pd è davvero convinto che arrivarci con questa guida sia la scelta migliore? Quando al riderci su, un po’ d’allegria non guasta mai, neppure nelle situazioni meno allegre. Il motto di spirito dà l’idea d’uno spirito che è comunque in moto, reagisce e propone, osserva il negativo e pensa in positivo. Va bene infatti lagnarsi del malfatto o maldetto, va meno bene la lagna per la lagna. Idem per il politicamente corretto: va bene preoccuparsi di non rompere un filo di dialogo con la destra, va meno bene non avere un filo di voglia di rottura. Con il risultato di doversi poi mettere all’affannato inseguimento di Di Pietro. Eccola, caro Gervasini, una cosa della sinistra che fa ridere.

Max Lodi

© RIPRODUZIONE RISERVATA