La criminalità è la vera sfida dei nostri sindaci

Le ronde sono un modo per difendersi

Dall’ultima indagine Istat sulla criminalità vengo a sapere che non dobbiamo preoccuparci più di tanto perché il numero degli omicidi è calato, la delinquenza organizzata ha subito un ridimensionamento, i più gravi reati sono in arretramento. Dunque mi sento un fifone che teme esageratamente malfattori, violenti, eccetera. Però io faccio il pendolare, ogni giorno passo per le stazioni di Varese e di Milano, vedo circolare bruttissima gente, ho assistito a tentativi di importunare delle ragazze e quando il rientro avviene a tarda sera, confesso di avere paura. Forse, come sento dire, la percezione del crimine è esagerata, però vi posso assicurare che è un fenomeno diffuso, come me la pensano molti miei colleghi e compagni di viaggio. E siamo tutti d’accordo che le tanto demonizzate ronde, in questa pericolosa situazione, non sono degli attentati alla democrazia, ma un modo per difendersi quando lo Stato non vuole o non può.

Franco De Paoli

L’allarme sicurezza continua ad esistere per sette italiani su dieci. Lo dicono proprio ulteriori cifre dell’indagine Istat: il 60,2 per cento degli abitanti del Nord Ovest ritiene il problema la priorità numero uno da affrontare per il nuovo governo. A supporto d’un tale convincimento c’è un altro dato: le denunce dei delitti sono in deciso aumento, 44 ogni mille abitanti, il 15,6 per cento in più rispetto al 2002.
Ronde dunque da giustificare? Se vivessimo in un Paese dove la solidarietà tra cittadini è un bene riconosciuto e diffuso, se ci si soccoresse (e ci si parlasse) l’uno con l’altro, se il senso civico appartenesse al nostro Dna, di ronde nessuno avrebbe mai parlato né le si sarebbe da alcune parti organizzate. Siccome non siamo un Paese del genere, le ronde hanno un fondamento oggettivo e avranno uno sviluppo inevitabile. Per ronde non intendo certo pattuglie di guardie armate o squadre d’aspiranti picchiatori. Per ronde (infelice scelta lessicale) intendo ciò che per esempio ha allestito il sindaco di Salerno, comunista da una vita, oggi leader d’una lista civica ed elettore del Pd. Porto l’esempio di una città del Sud e d’un amministratore di sinistra proprio per uscire dal recinto leghista, che si presta a strumentalizzazioni. Questo sindaco ha munito ex pensionati, ex carabinieri, ex sindacalisti di telefonini del Comune e li manda in giro a sorvegliare parchi, piazze, luoghi di ritrovo. Un’indagine del Sole 24 Ore lo indica come il primo cittadino che ha maggiormente incrementato il consenso dal giorno dell’elezione.

Massimo Lodi

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