Cara provincia
Sabato 06 Settembre 2008
La nostra scuola commentata sull’autobus
Ma la realtà non è così brutta come appare
Benché residente in Svizzera, sovente leggo il vostro quotidiano e vorrei che mi concedeste dello spazio per trattare di una questione che mi preme particolarmente. Spesso da Balerna dove risiedo, mi reco a Como per ragioni di lavoro utilizzando i mezzi pubblici. Durante il tragitto ho stretto amicizia con un insegnante di una scuola superiore professionale ubicata in centro Como. Conversando con questo insegnante ho appreso di quanto il livello della scuola sia peggiorato da quando io stessa ero studentessa. Dai racconti del professore sono venuta a conoscenza di quanti incresciosi episodi di maleducazione si verificassero quotidianamente durante le ore di lezione (e non solo nelle sue classi) e dai toni irrispettosi utilizzati da parecchi alunni nei confronti dei professori.
A tutto ciò si aggiungeva il fatto che lo studio fosse diventato un "optional" con una prepotente pretesa della sufficienza, a tutti i costi, da parte di alcuni studenti ed in qualche caso dei genitori degli stessi.
L’insegnante lamentava inoltre la mancanza di provvedimenti seri da parte del preside e tutto ciò non faceva altro che incrementare negli studenti i suddetti atteggiamenti.
Ho seguito con interesse il procedere della vicenda e ho serbato fino al termine dell’anno scolastico la speranza di una punizione finale per gli alunni più negligenti ed indisciplinati. Mi è stato invece riferito che la bocciatura era stata per lo più riservata agli allievi assenteisti, mentre gli studenti maleducati e negligenti erano stati fortemente aiutati ed in alcuni casi premiati con la promozione.
Non vorrei che questa lettera fosse considerata come una critica al sistema scolastico italiano, che da straniera conosco solo marginalmente e che sono sicura presenti punte di eccellenza, ma volevo solo far conoscere lo stato di avvilimento ed impotenza che ho riscontrato nella persona a cui si riferisce questa lettera, persona che mi è parsa competente, preparata ed innamorata della propria professione.
Carola Schwarz
Balerna
(p.m.) La scuola italiana soffre di molti mali. Ma giudicarla dal predellino di un bus, sentendo una sola campana, mi sembra un esercizio un po’ frettoloso. Fossi in lei cercherei di uscire dall’ambito strettamente confidenziale e di approfondire: la realtà è un tantino più articolata e l’orizzonte, nonostante la politica contribuisca ogni anno a rabbuiarlo, non mi sembra così tetro. L’avvilimento e il senso di impotenza di molti insegnanti, invece, sono sentimenti reali: in Italia i docenti appartengono ad una categoria bistrattata. Ma anche al loro interno, per fortuna, c’è chi continua a credere in quel che fa.
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