La Provincia cambia il vestito, non il cuore

Più cronaca, più opinioni, più commenti nel nuovo giornale

Egregio direttore,
oggi a pag. 28 del nostro giornale (ho 80 anni e lo leggo sin da ragazzo) ho trovato il paginone che preannuncia "+ colore x te" e ringrazio in anticipo per la novità riservataci. Nel medesimo tempo chiedo se nei futuri programmi prevedete di poter eliminare dai testi gli immancabili errori o quelli resteranno sempre?
Grato per l’attenzione porgo distinti saluti.

Guido Ambrosini
Como

Caro signor Ambrosini,
grazie per la costanza e l’attenzione con cui ci segue. Dall’alto dei suoi primi, meravigliosi ottant’anni lei, che rappresenta degnamente un campione significativo della variopinta moltitudine dei nostri lettori, ha capito tutto alla perfezione: questi giorni s’annunciano carichi di novità importanti, per noi e per voi. Il cambio del formato non è cosa frequente e lei che ci legge da tanti anni lo può testimoniare. E’ un evento nel senso letterale del termine e, nella vita ormai ultrasecolare di questa testata, rappresenta una svolta che non è azzardato definire epocale.
Le dico subito che non si tratta di una scelta a cuor leggero: quello che noi, a livello locale, stiamo anticipando, non è altro che una tendenza in atto. Senza pavoneggiarci, le basti sapere che le più prestigiose testate europee da tempo adottano questo formato, lo stesso che di recente è stato scelto, per esempio, dalla "Gazzetta dello Sport". Dunque da oggi "La Provincia" è più agile e più snella, più facile da sfogliare e naturalmente con un maggior numero di pagine - tutte a colori - e di notizie.
Credo le farà piacere verificare che quello che ha fra le mani adesso è anche un giornale più leggibile, non solo perché più pratico e maneggevole, ma soprattutto perché la nuova grafica è stata studiata apposta per venire incontro alle esigenze dei lettori, anche di chi deve inforcare gli occhiali. Insomma, abbiamo confezionato un vestito nuovo, su misura, ma le assicuro che il cuore rimarrà lo stesso di sempre: un cuore che batte all’unisono con quello delle nostre città e dei nostri borghi, attento ai problemi del territorio e della gente che lo abita. Il che significa più cronaca, più opinioni, più commenti. Quanto alla sua domanda, vorremmo tanto poterla accontentare: purtroppo pretendere di eliminare gli errori da un giornale è come pretendere di cancellare il male da questo mondo. Possiamo soltanto sforzarci di renderlo migliore. Ma una cosa gliela posso assicurare: saranno errori a colori.

Pier Angelo Marengo
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