Lauree facili: ad approfittarne sono in tanti

Anche i nuovi "moralizzatori" al governo hanno qualche scheletro nell'armadio

Francamente non ho capito il motivo per cui gli studenti sfilano in corteo per le piazze italiane. Se mi è consentito gliene fornisco uno io, e per il quale varrebbe la pena di manifestare. A mio avviso gli studenti dovrebbero protestare per i diplomi e le lauree distribuite a pioggia con 110 e lode in alcune regioni italiane e, inoltre, su come venivano stilate sinora le graduatorie a livello nazionale dal Ministro dell’Istruzione. Accludo la graduatoria della nostra provincia per le cattedre delle scuole elementari del I circolo per gli anni 1995/1998. Nei primi 20 posti dell’elenco figurano 7 calabresi, 4 pugliesi, 4 napoletani, 3 siciliani, 1 romano. Buona parte di questi hanno un alto punteggio quali invalidi, figli di invalidi, dipendenti del Ministero da almeno un anno, coniugati con prole (sic!) e via di questo passo. Per inciso la prima persona nata in provincia di Como è 39° la seconda 48°. Stando ai fatti direi che ci sono solo due spiegazioni. O i geni nascono tutti al Sud, oppure c’è del vero su quanto denunciato dalla magistratura e riportano dalla televisione e dai giornali su fatti accaduti in parecchie università del meridione. Cito un esempio per tutti: a Catanzaro con la modica cifra di 4/5.000 euro per tre mesi di permanenza in loco, veniva fornito vitto, alloggio e laurea a scelta. Sinora non mi risulta che qualcuno sia finito in galera.

Stefano Rovagnati
Mariano Comense

Caro signor Rovagnati,
di motivi per scendere in piazza gli studenti (e insieme a loro i professori e i genitori) ne hanno a bizzeffe: vogliono corsi credibili, scuole efficienti, risultati commisurati a quanto (e tanto) sborsano per la propria formazione, meritocrazia. Se c’è qualcosa di diverso nel movimento di protesta di quest’anno è proprio il rifiuto delle etichette politiche. E inoltre la maggior parte delle "occupazioni" non bloccano la didattica. Detto questo, sinceramente non mi preoccupa che un insegnante venga da Campobasso, Vipiteno, Gallipoli o Vimercate: l’importante è che si tratti di un docente valido. Non vedo come l’educazione possa essere condizionata dal luogo di nascita. Anche perché se guardo ai nuovi "moralizzatori" al governo, constato tristemente che il ministro Brunetta si è spinto a Teramo per conquistare un’agognata cattedra universitaria, così come la bresciana Gelmini ha dovuto andare a Reggio Calabria per avere l’abilitazione ad avvocato a tempo di record. Certo, in alcune zone i meccanismi di selezione sono insolitamente "lassisti", ma ad approfittarne non sono solo i meridionali. Tutt’altro. E sugli scandali delle lauree facili, la magistratura si è mossa.

Pier Carlo Batté

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