Le buone notizie
sui giornali
fanno bene?

Paradossale iniziative del Senato della Romania: obbligo di pubblicazione sui giornali di fatti positivi

Il Senato della Romania ha deciso di imporre ai giornali la pubblicazione di un numero di notizie positive pari a quelle negative. Apparentemente sembra uno sproposito: censurare in questo modo la stampa è inaccettabile. Però, se ci pensiamo bene, non è poi un attentato così grave: non si stabilisce infatti di non dare delle notizie, ma si stabilisce che per il sereno vivere dei cittadini sia importante che ogni giorno vengano a conoscenza anche di un certo numero di notizie buone.
Prima dunque di dar luogo a cori di indignata protesta, bisognerebbe riflettere sui danni causati dalle pessime notizie che circolano per giornali e telegiornali e che ne oscurano molte altre. Forse sarebbe necessario meditare sul recupero di un maggiore equilibrio, non credete?
<+LET_FIRMA>Samuele di Benedetto 

<+LET_TXT>Qualunque esperto di mass media sa che il mercato richiede notizie ansiogene anziché tranquillanti perché le une incitano i potenziali clienti ad andare in edicola, sintonizzarsi sui telegiornali o collegarsi in rete ai giornali on line; le altre provocano indifferenza quando va bene, noia quando va male. E questa è una ragione economica che sollecita a scrivere e parlare più del male che del bene. Poi ce n’è una psicologica: gli studiosi spiegano che arreca conforto a chi se la sfanga con le miserie quotidiane, venire a conoscenza di guai peggiori capitati a quanti sono persino più sfortunati di lui.
Ce n’è infine, ma merita il primo posto nella graduatoria, una intrinseca al concetto di notizia: qualcosa di nuovo, d’estraneo alla normalità, che merita d’esser portato alla conoscenza dei più, altrimenti destinati a ignorarlo. E che cosa è estraneo alla normalità se non l’eccezione (purtroppo di buona frequenza) rappresentata da episodi che contravvengono a regole, consuetudini, leggi? I mezzi di comunicazione s’adeguano a quest’insieme di ragioni di mercato. Così facendo esercitano anche il prezioso diritto alla libertà. Quanto all’opzione discrezionale (quali notizie scegliere), essa risiede nelle corde individuali e collettive degli addetti alla macchina giornalistica: ce ne sono di maggiore e minore sensibilità. Culturale, politica, sociale, eccetera. Ce ne sono, e ce ne saranno. Non si può pensare d’accordarne l’insieme nel modo in cui vorrebbe il senato rumeno. Si può invece sperare che il giudizio dei lettori e dei telespettatori non trascuri mai quanto poc’anzi ricordato: i notiziari non tratteggiano l’immagine d’una realtà, ma propongono, di quella realtà, alcune immagini.
<+LETCARA_FIRMA>Massimo Lodi

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