L’esempio di Lenno e il cubo di Garzeno

L'Alto Lago subisce in silenzio le offese di chi svende il territorio

Cara Provincia,
 la vicenda della possibile costruzione di ville sulla penisola di Lenno offre lo spunto per qualche considerazione sulla arcinota  influenza dei media sulla formazione delle idee, o meglio delle sensazioni, di noi popolo lettore e tele-visore.
Ai primi articoli, ai primi titoli, ho subito pensato alla solita speculazione edilizia che avrebbe fatto scempio di una delle più belle zone del lago: indignazione; applausi all’intervento dell’associazione ambientale che tutela il territorio,ecc. A bocce quasi ferme (l’intervento è stato sospeso) ho letto le affermazioni del Sindaco e di chi ha redatto il progetto e l’intera vicenda non mi è più sembrata da "al lupo! al lupo!" come in prima battuta, ma suscettibile di discussione con intorno al tavolo tutti i protagonisti.
Mi ha colpito anche una frase del progettista: «Nelle periferie si può far di tutto e sul lago ci si scandalizza anche di progetti rispettosi dell’ambiente».
Qui da noi, in Valle Albano, il sindaco di Garzeno (diventato, dopo le solite sceneggiate, anche presidente della Comunità Montana) ha autorizzato una presa d’acqua per motivi elettrici e la costruzione di una strada parallela che hanno sventrato la montagna.
Di fianco ad un vecchio e caratteristico ponte e ad un agriturismo sul torrente sorge ora un cubo di cemento e un altro sarà presto costruito nel bosco tra la diga e l’abitato.
Lenno ha trovato difensori e ribalta mediatica per un’ipotesi di intervento da valutare; l’alto lago (periferia, appunto) resta isolato e subisce in silenzio le offese di chi svende il territorio per soldi. Il dr. Giuseppe Cosenza dell’ufficio territorio della Provincia, così solerte nel promettere il blocco di eventuali interventi del Comune di Lenno, non potrebbe avventurarsi oltre il 46° parallelo e dare un’occhiata alla devastazione della media Valle Albano?

Gianmaria Piazza
Dongo


Tutti dovremmo avventurarci oltre il 46° parallelo e in generale diffidare dei sindaci vietcong che scambiano i bunker per opere d’arte. A Lenno il ripensamento era doveroso, ma mentre ripensavamo è «scappata» la lottizzazione sotto l’abbazia dell’Acquafredda. Caro signor Piazza, pare che i cubi di cemento siano molto di moda. E non ci si può mai distrarre un attimo.

Giorgio Gandola
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