L’immigrazione e le derive del nostro Paese

Un fenomeno da regolare, senza demonizzarlo

In Italia vivono in media più di 200 persone per Km quadrato (contro i 10 degli Stati Uniti) ma si passa alle circa 500 della Lombardia, con la più alta densità di popolazione in Europa e forse del mondo. Tutto ciò dovrebbe far riflettere i Verdi oltre alla nostra sinistra conservatrice che persevera nella sua negatività irresponsabile, appoggiando a oltranza l’invasione extracomunitaria che i paesi comunisti non hanno mai subito. Dovrebbero riflettere anche i nostri industriali, che prima di un eccessivo interesse personale, conta la qualità della vita civile. Sul nostro ridotto territorio siamo già in forte esubero, anche volendo mantenere l’equilibrio fra nascite e decessi. Quindi ci si dovrebbe impegnare a fondo per frenare la sovrappopolazione anche a rischio di trovarsi a disagio per mancanza di personale adattabile per lavori umili. Lo sviluppo produttivo edile dovrebbe indirizzarsi su bonifica e ristrutturazione degli inqualificabili obbrobriosi casermoni periferici, oltre che sulla ristrutturazione di tutte le aree dismesse e fatiscenti delle città. Certi politici e sindaci rimasti al palo, interpretano ancora l’aumento degli abitanti come portatore di benessere e sviluppo: niente di più falso.
 
Umberto Turati
Cabiate

Che siano da privilegiare qualità della vita e dell’ambiente, talvolta ci si accorge quand’è troppo tardi. Questo però non autorizza a opporre pregiudizi al progresso che, correttamente affrontato, garantisce vantaggi all’esistenza di tutti. Un esempio: se trent’anni fa, e con l’ovvio rispetto del territorio, fosse stata realizzata la Pedemontana Varese-Como-Bergamo, ci saremmo risparmiati parte (buona parte) dell’inquinamento che infesta le tre province. E il commercio, l’industria, i servizi ne avrebbero tratto beneficio, non certo subìto guasti. Quanto all’immigrazione, il problema è di regolarla e punirne le derive fuorilegge, non di demonizzarla né d’impedirla. Il travaso di culture antiche ed energie giovani in un società inflaccidita dal benessere, l’aiuta a rinnovarsi, sopperendo a un immobilismo che la competizione globale punirebbe duramente, impoverendo il Paese. Di questo si deve tener conto nel giudizio realistico sui problemi che ci toccano da vicino: quando indichiamo con il dito la luna, ricordiamo che l’oggetto dell’attenzione è la seconda. Non il primo.

Max Lodi

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