Cara provincia
Domenica 28 Settembre 2008
Noi di via Scalini e la frenetica corsa al business
Le vicende di una strada cittadina piccola e poco nota, ma emblematica
Considerato che La Provincia si dimostra disponibile a recepire la storia della città, mi permetto di scrivere le vicende di una piccola e poco nota strada: la via Scalini, traversa della più nota via Crispi.
Via Scalini parecchi anni or sono era poco più di un viottolo di campagna sotto la montagna di Brunate. Edificato ai primi del ’900 in stile liberty con il nome di quartiere giardino, con casette a misura d’uomo, integrato perfettamente in un ambiente ancora rurale, è poi stato leso negli Anni 60 dal mattone selvaggio e le piccole case sono state in parte circondate da condomini di parecchi piani, i contadini sfrattati.
La strada a discapito della montagna è stata poi allungata sotto altro nome con un bel tornante quale accesso, rimanendo, ripida, stretta, in salita e senza uscita. La malsana fame di business da cemento vista lago ha alterato tale morfologia a misura d’uomo. Nonostante ciò i vecchi si sono adattati e i condomini degli Anni 60, visti crescere con non poche sofferenze, accettati.
Finito l’assedio tutti hanno tirato un sospiro di sollievo, ma per anni i vecchi della via si sono chiesti come, nel concedere a suo tempo i permessi di costruzione, nessuno abbia mai tenuto conto dei limiti della strada di accesso, della morfologia dei luoghi e come mai non sia mai stato considerato un deterrente il fatto che l’indiscriminato aumento del cemento comporti maggior traffico e disagi per tutti: vecchi e nuovi residenti.
Per farla breve la piccola strada dal passato paradisiaco è quindi già da tempo al limite dell’abitabilità. Nonostante ciò
ancor oggi si è tornati a scavare nella montagna retrostante, è tornato il traffico pesante di materiali edili, la strada sconnessa, i tombini sfondati dal troppo peso. Possiamo solo sperare che non sia in costruzione l’ennesimo condominio che, una volta abitato, porterebbe la strada al collasso. A questo problema si aggiunge poi l’indotto in termini di inquinamento acustico.
Francamente, non definirei più questo generalizzato stato di cose progresso né frutto del miracolo economico. Forse è solo disagio generato da una frenetica corsa al business e dalla mancanza di coordinamento. L’antica regola che indica come limite alla libertà dell’individuo quella degli altri è oggi pura teoria. E non penso sia un problema della sola via Scalini, che ho utilizzato come esempio.
Cordiali saluti.
Walfredo Cecconi
Como
© RIPRODUZIONE RISERVATA