Non scordiamoci di chi ci ha educato alla vita

Una proposta: ricordare gli insegnanti più significativi

Cara "Provincia",
due scienziati del "Cern" di Ginevra, intervistati, hanno ricordato due professoresse di Liceo che hanno determinato la scelta di un percorso di studi tanto impegnativo quanto ricco di risultati.
Mi è sembrata una cosa bellissima nel momento in cui gli insegnanti, economicamente maltrattati, si perdono nel guado del precariato o della scuola usata per molti come parcheggio, in attesa di occasioni migliori. Non tutti si trovano in questa situazione, ma anche i più motivati, tra le intemperanze degli studenti e la passiva acquiescenza dei genitori, si chiedono se la strada intrapresa sia quella giusta.
Ognuno di noi ricorda qualche professore particolare che ha contato molto nella sua vita, non accontentandosi di impartire nozioni ma cercando di scoprire le potenzialità individuali e di indirizzarle. Molti di questi non ci sono più, altri sono in pensione ma penso sarebbe bellissimo se i lettori li segnalassero con il nome e la scuola in cui hanno insegnato. Non devono essere necessariamente i mitici nomi dei licei classico o scientifico ma anche quelli degli istituti professionali che hanno sfornato bravissimi tecnici e operai specializzati. Non parlo di un concorso a premi, in tempi di bellezze omologate e superficialità dilagante, anche una segnalazione di riconoscenza servirebbe ad allietare chi ha lavorato con la mente e il cuore.

Ersilia Cantaluppi Ostinelli
Como

Il ricordo dei nostri educatori più significativi è qualcosa di intimo che ciascuno custodisce nel proprio cuore. E credo di interpretare un sentimento diffuso se dico che più passano gli anni e più certe figure irrompono nella memoria con tutto il loro carisma, la loro carica di umanità, la loro cultura e la capacità di trasmetterla agli altri. In una parola, il loro magistero, dote rara. Sono esempi che possono segnare una vita e meritano la nostra gratitudine. I giovani hanno bisogno di figure di riferimento, che indichino loro una via e camminino davanti a loro: ancor di più ne hanno bisogno oggi, in un mondo popolato da figuri che invece li blandiscono illudendoli di camminare al loro fianco. Così il padre è retrocesso a fratello, la madre è un’ammiccante sorella, il professore un amico cui si può dare del tu. Questa confusione di ruoli è la fonte di molti guai. Perciò, gentile signora Ersilia, sposiamo senza riserve la sua idea: il ricordo di un maestro val bene un po’ di spazio in questa pagina e può contribuire a ridare fiducia ad una categoria ingiustamente bistrattata.
 
Pier Angelo Marengo
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