Povere banche... ma ora ci pensa Robin Hood

Mille trucchi per aggirare il decreto bersani

Cara Provincia,
vorrei sottolineare il comportamento irritante che hanno ormai adottato le banche da un po’ di tempo, in seguito alle imposizioni derivate dal decreto Bersani. Pur essendo sottoscrittore di un conto zero spese, per il quale qualche anno fa pagavo soltanto le tasse, i bolli e i depositi titoli, da qualche mese a questa parte mi vedo diminuire ulteriormente il numero di operazioni possibili, e sono costretto a farmi inviare tutte le comunicazioni via e-mail, altrimenti mi avrebbero addebitato anche le spese di invio estratti conto e comunicazioni varie, per un valore anche di qualche euro al mese. Il tutto accompagnato da un tasso d’interesse naturalmente prossimo allo zero, nonostante il tasso debitore sia aumentato. È questo il classico esempio del motto: fatta la legge, trovato l’inganno. Per giunta, posso sostenere di essere stato uno dei tanti a non aver beneficiato assolutamente del decreto Bersani, anzi di esserne stato penalizzato. Possibile che non si riesca mai a fare qualcosa di veramente serio a favore del cittadino, per tutelarne veramente gli interessi? E non ci vengano a dire che le banche, con il tasso di sconto attuale, non abbiano un adeguato margine di guadagno...

Gianfranco D’Alascio
e.mail


Quello che va bene per la Fiat va bene per l’Italia». L’adagio popolare di tanti anni fa sembra tornato di moda. Il problema  è che viene riscoperto proprio dalle banche per le quali il ministro Tremonti-Robin Hood ha annunciato sacrifici in arrivo (insieme ai petrolieri). E le banche replicano che «è nell’interesse del Paese che l’industria bancaria sia andata bene, se non altro perché ha pagato tante imposte. Una riduzione degli utili non giova neppure al bilancio dello Stato». Hanno poco da replicare le banche. Con gli utili raddoppiati e i costi triplicati. Quando per le famiglie triplicano solo i costi e i redditi vengono dimezzati. Quello che lei, gentile signor Gianfranco, fa emergere è una situazione che viene segnalata ormai quotidianamente. E molte volte, per episodi ben più pesanti. Il decreto Bersani doveva segnare una svolta. In realtà non è riuscito nemmeno a scalfire il comportamento vessatorio delle banche nei confronti della clientela. Se voglio spostare un mutuo da una banca all’altra, se si vuole rinegoziare un prestito, si continuano a pagare commissioni e costi altissimi. In pochissimi casi, e anche questi dopo litigi, discussioni e pugni picchiati sul tavolo si ottiene ciò che dovrebbe essere naturale. LO fissa la lgge, ma questo è un optional.

Simone Casiraghi
[email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA