Questo clima mutevole non è una novità

Il riscaldamento globale? Tutto una bufala

Vorrei intervenire anch’io nel dibattito sul riscaldamento globale per dire che è tutta una bufala. Semplicemente il clima è sempre cambiato e sempre cambierà.
Il deserto del Sahara fino a circa 15000 anni fa era verde e rigoglioso. La stessa Groenlandia intorno all’anno 1000 fu scoperta e abitata dai vichinghi per una parte che era libera dai ghiacci e fu appunto battezzata "Groenlandia" che significa "terra verde" e nella quale nacquero forme d’agricoltura e allevamento. Poi, intorno all’anno 1450, il clima mutò radicalmente verso il freddo, la Groenlandia si ricopri di nuovo di ghiaccio e la popolazione scomparve. Questo periodo glaciale durò fino a circa il 1750 e nella parte centrale prese anche il nome di minimo di Maunder. L’attività del sole rallentò radicalmente e Maunder notò che le macchie solari si erano ridotte a 50 rispetto alle 40.000 che dovevano essere. In Gran Bretagna, dove prima si coltivava la vite, in quel periodo il Tamigi ghiacciò più volte e tutta l’Europa conobbe crudi inverni. Poi cè il fenomeno delle isole di calore. Le temperature si alzano nelle zone urbane e siccome le centraline per il rilevamento delle temperature sono state installate tanti anni fa  in zone rurali, con il crescere di cemento e smog hanno fatto sballare verso l’alto le temperature. Alcuni credono invece che stiamo andando verso un’altra piccola glaciazione a causa del nuovo ciclo del sole, il cosidetto "ciclo 24", dove l’attività del sole è prevista in diminuzione a partire dal 2013-2015 fino alla fine del secolo. Vedremo.

Antonio Fogli
Cantù

Nel dibattito sul riscaldamento globale possono intervenire tutti: ne sappiamo talmente poco - direi quasi niente - che ciascuno ha il sacrosanto diritto di raccontarci la sua. Il tema è controverso, non ci sono cattedre da cui concionare. E alla fine ciò che conta è la percezione che ciascuno ha del problema. Mi pare che il suo sia un approccio felice. Quel "Vedremo" buttato lì come conclusione, da qui alla fine del secolo, è un inno alla gioia di esserci e al tripudio di vivere, anche con qualche grado centigrado in più. Fa niente se poi, in  realtà, noi - per dirla con Guccini -  non ci saremo... . Ci tocca di vivere il presente, l’attimo fugace, quando la vita di questo nostro mondo si misura in ere e il millennio è un metro  breve. Una sola avvertenza: stiamo attenti a non fare la fine di Don Ferrante, che morì di peste negando l’esistenza del morbo che lo uccideva.
Pier Angelo Marengo
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