Ridateci la nostra cara, vecchia mutua

Ammalarsi nei fine settimana, le feste o periodi feriali è diventata una disgrazia


Da sabato 8 novembre sono "afflitto" da una marcata ipoacusia (riduzione molto sensibile dell’udito) associata a fulness (senso di occlusione auricolare) ed acufeni (rumore nell’orecchio, continuo ronzio) dovuti ad un tappo di cerume.
E’ ormai assodato che ammalarsi durante i fine settimana, le feste o periodi feriali è diventata una disgrazia per noi Italiani ma a quanto pare ora la "piaga" si estende anche alle giornate lavorative e con questa mia lettera penso di darne  personale conferma.
Dopo un pre-trattamento con apposite gocce nella pausa festiva, chiamo il Pronto Soccorso della Croce Rossa di Via Italia Libera a Como per chiedere  appuntamento col medico per l’asportazione del tappo di cerume; mi si informa, correttamente, che il medico è a disposizione tutti i mercoledì dalle ore 18 alle ore 19, senza appuntamento.
Telefono allora al mio medico curante, cosiddetto  "di famiglia" per chiedere a lui  un appuntamento per l’asportazione di detto tappo.
Da interposta persona vengo informato che detta operazione non viene più svolta dal " medico di famiglia" e vengo consigliato di rivolgermi alla farmacia per acquistare dei prodotti atti al mio caso o a rivolgermi ad un otorino.
Il che vuol dire recarmi, previo appuntamento, sempre dal mio medico curante per farmi redigere l’impegnativa con cui richiedere appuntamento all’Azienda Sanitaria Locale per la prestazione di un loro otorino.
Quanti giorni dovranno ancora passare prima di "normalizzare" la situazione del mio orecchio?
Per fortuna ci sento ancora dall’altro…(per ora).
E poi qualcuno chiede con fare stupito tendente allo scandalizzato perché mai tanta gente (comune) vada ad intasare i Pronto Soccorso degli ospedali, rimanendo in attesa anche per ore ed ore, non rientrando nei casi da trattare con urgenza; probabilmente sono tutti dei masochisti, che si divertono alle lunghe attese (sono gratis, le attese).
Ridateci la nostra decrepita e " vecchia" Mutua di qualche decennio fa, quando il mio "vecchio" medico  della mutua faceva da padre, confessore e cerusico e i tappi di cerume dall’orecchio me li toglieva senza fiatare in un batter d’occhio (e che costava, la Mutua, tra parentesi, molto ma molto meno del servizio attuale).
A volte e questa è una di quelle volte, anch’io vorrei poter dire "contento di non essere più italiano", come la signora Sarkozy, al secolo Madame Carla Bruni.

Raffaele Introzzi
Fino Mornasco

© RIPRODUZIONE RISERVATA