Schernire un barbone al Broletto e farla franca

Cronaca di un odioso episodio in pieno centro


Cara Provincia,
sono un giornalista di una testata della diocesi milanese e mi trovavo a Como nel pomeriggio di giovedì 4 settembre, per seguire Parolario.
Uscendo dal Palazzo del Broletto sono stato attirato dagli schiamazzi che provenivano dal sottostante portico. Una volta all’esterno mi si è presentato uno spettacolo di grande squallore. Un gruppo di adolescenti, supportati da una folla plaudente di coetanei, scherniva pesantemente il barbone che lì dimorava. Insulti e gesti osceni (un ragazzo si è calato le brache e gli ha mostrato il deretano) hanno offeso un uomo già piegato dalla vita.
A farmi rabbia non è stata solo la maleducazione di questi giovani, ma il completo disinteressamento (perché non voglio pensare ad un consenso!) da parte dei numerosi adulti che all’ora dell’aperitivo sostavano nei bar lì davanti. Dei "grandi" presenti, nessuno si è degnato di intervenire per fare cessare quel linciaggio morale del povero senzatetto, durato diversi minuti. E’ così che Como, in Piazza Duomo, dimostra la sua civiltà?
Constatata l’immobilità della gente, mi sono avvicinato ai giovani che alla semplice vista di un adulto che gli andava incontro si sono dati una calmata, ponendo fine al loro triviale dileggio.

Marco Casa
Milano

Grazie caro Marco,
sia per la testimonianza che per l’iniziativa di muovere un passo verso quei mocciosi che avrebbero solo bisogno di una raffica di calci nel sedere da parte dei loro genitori. Lo scenario che dipingi nella lettera è davvero triste: una città immobile mentre dei ragazzotti forse più stupidi che cattivi si accaniscono contro un uomo «già piegato dalla vita».
I nostri ragazzi vivono su pianeti inesplorati, e nonostante ricerche, sondaggi, libri, speciali televisivi e inserti sui giornali, nessun sociologo è ancora riuscito a identificarne le caratteristiche dominanti. E a comprendere i motivi della loro violenza interiore, che si esprime nell’accanirsi su un barbone come nel devastare l’arredo urbano o costringere una compagna a farsi fotografare seminuda in classe.
Tutto ciò però non alleggerisce le responsabilità degli adulti, che non hanno nessuna intenzione di stropicciarsi i pantaloni e di sollevarsi dall’encefalogramma piatto del loro senso civico. E continuano, come comparse di un brutto film, a sorseggiare l’aperitivo. 

Giorgio Gandola
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