Cara provincia
Giovedì 04 Settembre 2008
Scuola, le riforme come ciliegie
Ogni governo senrte l'urgenza di fare la sua, cancellando la precedente
Caro direttore,
ho, finalmente, capito! I nostri studenti sono classificati tra gli ultimi nei paesi europei per preparazione scolastica (scientifica e letteraria) e la colpa di questa déblacle è soprattutto dei professori che, secondo il dotto e documentato (da chi?) parere di qualche alto esponente del centrodestra, sarebbero impreparati, vecchi, fannulloni (anche loro; riferire a Brunetta), donne, interessati solo allo stipendio (lauto!, vedi stipendio della avv.a Gelmini, ministro della PI). La riforma della scuola deve partire dai grembiulini e dal voto in condotta. Poco importa se i programmi scolastici sono obsoleti, se mancano le strutture scientifiche e letterarie (laboratori e biblioteche), se l’insegnamento è di tipo accademico e puramente ripetitivo, se i professori sono sottopagati, se il loro aggiornamento è praticamente nullo (chi vuole se lo faccia!); importante è che i bulli siano isolati (giustamente) e che chi si permette di contestare il nuovo regime scolastico (nato molto vecchio; sa tanto di stantio) venga punito. Penso che l’avv.a Gelmini, oltre ad esser stata coordinatrice di FI in Lombardia, sia stata anche insegnante e che quindi conosca di persona la situazione catastrofica della scuola italiana, e quindi voglia provvedere non solo con pannicelli caldi o freddi, ma con una riforma seria e completa. Ma forse è più comodo e più profittevole elettoralmente, dare la colpa ai professori, donne soprattutto e imputare alla scuola di essere uno stipendificio. Forse, avv.a Gelmini, lo sarà anche, ma di chi è la colpa; dei professori? Ma possibile che, in questa Italia, la colpa sia sempre dell’usciere?
Mi permetto di darLe un consiglio: vada a leggersi con cura la riforma preparata da Letizia Moratti. Si trattava di una riforma buona, correggibile, ma buona. Da quella si parta, dalle fondamenta si inizi e non dagli abbaini!
Cordiali Saluti
Dr Carlo Passarotti
Gallarate
Caro Passarotti,
le riforme della scuola sembrano diventate come le ciliegie: una tira sempre l’altra, ogni governo sente come impellente l’urgenza di fare la sua e soprattutto di cancellare quella dell’esecutivo precedente. In questo modo, oltre a sconvolgere continuamente le vite di insegnanti e studenti (vedi le verifiche di questi giorni d’agosto) appare complesso valutarle e soprattutto verificarne l’efficacia. Quest’ultima riforma del ministro Gelmini è appena agli albori. Staremo a vedere.
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