Street Parade, un’opportunità per riflettere

Non vengono mai indagati i motivi profondi che spingono una parte della città a protestare

Questione di punti di vista.
Così si potrebbe riassumere tutta la polemica riguardante la Street Parade.
Non si tollera il fatto che siano state abbandonate "tonnellate di spazzatura" lungo le strade, che il traffico sia stato congestionato per ore, che gli artigiani non abbiano potuto svolgere tranquillamente la loro attività, che ci sia stato un "inquinamento sonoro" al Tempio Voltiano, oltre che un’invasione semi-barbarica. Sulla questione "rifiuti" non sto certo sostenendo il deliberato e volontario sporcare strade, prati, l’ambiente in generale. A questo proposito, però, mi sorge spontanea una domanda: al termine dei grandi eventi cittadini (Notte Bianca in testa), in che condizioni risultava la nostra città? Quanti chili di spazzatura giacevano lungo i marciapiedi, nelle piazze, ovunque? Perché non si parla mai di inciviltà e di "barbarie" anche a proposito di questi episodi? Forse perché non sono sponsorizzati da individui sciolti da qualsiasi organizzazione istituzionale?
Perché vennero stigmatizzate le devastazioni ingiustificate, in seguito alla vittoria dell’Italia ai mondiali del 2006? Quanti danni sono stati provocati scientemente, per il semplice gusto di vandalizzare, perché quella notte si era liberi?
Riguardo alla questione "traffico" ed "affari", mi chiedo come mai siano sempre questi i primi problemi che affliggono l’amministrazione comunale, quando si tratta di valutare eventi non da essa esplicitamente patrocinati. Non vengono mai indagati i motivi profondi che spingono una parte della città a manifestare. Vengono semplicemente ignorati o addirittura evidenziati soltanto i loro limiti (tutti da verificare). Addirittura in questo caso ci si è spinti a criticare l’organo di competenza (la Questura) per l’autorizzazione della Street Parade, quando non vi è stato nemmeno un solo momento in cui sia stato messo a repentaglio l’ordine pubblico.
Sulla questione "inquinamento", infine, mi chiedo come possa essere chiamata in tal modo una seppur chiassosa (de gustibus...) sequenza di suoni, quando il pericolosissimo amianto della Ticosa si è sciolto nell’aria che respiriamo quotidianamente, chissà in che estensione. Probabilmente lo sapremo tra anni ed anni.
Detto ciò, invito tutti a riflettere non solo sul polverone alzato da un evento come la Street Parade, ma anche sui motivi che hanno spinto ragazzi e ragazze ad organizzarla, a spenderci del tempo, energie e pure risorse finanziarie. Se il vero intento fosse stato bloccare e sporcare Como, di certo non si sarebbero esposti in questo modo.
Roberto Marinelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA