Una Rai vicina alle nostre realtà locali

Maggior attenzione ai problemi delle nostre città.

Concordo col fatto che si debbano fare valere le ragioni della fascia pedemontana nei confronti di Milano. Quando dobbiamo difendere le ragioni del Nord, facciamo bene a essere una squadra e a batterci tutti insieme per lo stesso obiettivo, che è di sganciarci dalla dipendenza di Roma e di far valere le esigenze della parte più produttiva dell’Italia, che si trova soprattutto in due regioni, Lombardia e Veneto. Poi però bisogna evitare di diventare succubi delle grandi città e, per quello che ci riguarda e come ha giustamente scritto la Provincia, soprattutto di Milano che nei confronti della fascia pedemontana esercita un ruolo dominante. Ho per esempio sentito alcune dichiarazioni di politici che si augurano un potenziamento della presenza della Rai nel nostro capoluogo regionale. Me la auguro anch’io, ma vorrei che fosse una presenza attenta ai problemi di tutta la regione e in particolare a quelli delle nostre città.

Pierpaolo Molinari

Buona parte della produzione di Raidue avviene già a Milano e l’obiettivo di chi ha vinto le elezioni con il sostegno del voto nordista è di trasferirla tutta qui. È probabile che, se la legislatura avrà il suo regolare corso, si riesca nell’intento. Ma questo non basta, bisognerà riempire il contenitore dei contenuti adatti.
E ciò significa dare alla rete un profilo operativo-culturale che la svincoli dal romano centrismo di cui s’è soltanto in parte liberata. Auspicare ciò non significa rivendicare l’esistenza d’una "televisione padana", ma augurarsi un’attenzione che non penalizzi le periferie (o presunte tali) di tutt’Italia, comprese le nostre realtà.
La tv di Stato spesso dà l’impressione - e assai più dell’impressione - di non saper cogliere gli umori e le sensibilità più profonde del Paese, della cui realtà per conseguenza trasmette un’immagine fuorviante che talvolta i verdetti elettorali s’incaricano di denunciare.
Se poi il suo rilievo, caro Molinari, riguarda il campo dell’informazione, non v’è dubbio che delle tre reti pubbliche una dovrebbe essere dedicata per intero alle news, come fanno alcuni network privati e come si comporta da una vita la Bbc. Con ventiquattr’ore al giorno di notizie, gli ambiti regionali otterrebbero lo spazio che sinora gli è stato negato e che le potenzialità giornalistiche e tecniche già a disposizione garantirebbero di saper ottimamente occupare.
Perché non è vero che la Rai manchi di professionisti eccellenti, le mancano le occasioni per metterli al lavoro offrendo un adeguato servizio agli utenti che pagano il canone.

Massimo Lodi

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