Cara provincia
Giovedì 26 Giugno 2008
Venti rattoppi? Adesso l’Acsm provi a spiegare
Ciontinuano gli interventi senza alcun coordinamento
Se qualcuno vuole una dimostrazione del modo in cui è gestita la nostra città, faccia una passeggiata in via Zamenhof, alle spalle di Villa Olmo, dove sta sfolgorando l’ennesimo grande evento, fiore all’occhiello della città, in attesa dell’immancabile spettacolo di fuochi. Sulla strada, in appena 50 metri, può contare almeno venti rappezzi d’asfalto, tutti uguali, di formato standard di un metro per due, ed alcuni pressoché sovrapposti ai precedenti, tanto che per distinguerli uno dall’altro ci vuole l’occhio esperto.
Il curioso può chiedersi: perché? La risposta è semplice. Ogni paio di mesi il tubo dell’acquedotto sottostante si rompe e l’acqua zampilla, interviene una squadra di Acsm, scava, sostituisce due metri di condotta, ricopre e riasfalta. Dopo poche settimane il copione si ripete: ri-zampillo, ri-intervento, ri-scavo, ri-sostituzione, ri-ricopertura, ri-riasfaltatura in attesa della nuova fontanella. Questa sinfonia ha ora un crescendo rossiniano. L’ultimo solerte intervento è stato venerdì scorso e già il sabato mattina la malefica fontanella è già sgorgata. So bene quale può essere la risposta degli ineffabili uffici stampa di Comune e Acsm: difficoltà tecniche, necessità di programmazione di bilancio, imprevedibilità (?) dell’evento, ristrettezza di fondi, necessità di contenere il disagio per i sudditi (pardon, cittadini) e bla, bla, bla a seguire. Negli Anni ’90 sono stato amministratore dell’Acsm e, se la memoria non m’inganna, ritengo corretto quantificare in 2/3 mila euro il costo di ogni intervento, che moltiplicato per 20 fa la bella somma di 50.000, pari al un bel centinaio di milioni delle vecchie lirette.
Non ritiene che un pubblico amministratore oculato avrebbe dovuto, non dico dopo la prima fontanella, e neanche dopo la seconda, ma almeno dopo la quinta, provvedere alla sostituzione di tutto il tubo marcio? Il risparmio sarebbe stato notevole e si sarebbe potuto organizzare anche una bella festa per l’inaugurazione, con rinfresco per gli assessori e altre autorità intervenute, taglio del nastro, bendizione del Vescovo, foto sui giornali e immancabile spettacolo di fuochi.
Angelo Moncini
Como
(gi.gan.) Caro signor Angelo, la sua lettera sa di denuncia. Se il chiudere e riaprire dell’Acsm assume l’insopportabile ripetitività di un rattoppo senza speranza, allora c’è qualcosa che ci sfugge. Venti lavori, venti ipotesi di costo, venti disagi in fila per i cittadini. Cose già viste, magari altrove. Adesso vogliamo sapere (anzi è la città che lo chiede) se non si poteva agire meglio. Qualcuno risponda, please.
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