Banchini, terzo anno azzurro
Sarà un tango argentino

L’amicizia con Magnoni, i viaggi in Argentina a fare scouting ,l’infatuazione per Bielsa

unedì Marco Banchini inizierà la terza stagione consecutiva sulla panchina del Como. Non una cosa tanto frequente, da queste parti. Solo in sette (Cetti, Butti, Dominissini, Colella, Lamanna, Marchioro, Varglien) sono passati attraverso tre campionati, e nemmeno tutti dall’inizio. Una stagione importante per lui, che dopo la promozione in C, ha lasciato a metà un anno proprio nel momento peggiore, con il ko interno con l’Olbia e la momentanea estromissione dalla zona playoff diventata definitiva per il Covid.

Per Banchini è una stagione importante. La società, anche e soprattutto per altri motivi gestionali, ha sposato il campo sintetico per dare la possibilità al tecnico di avere un terreno perfetto nelle gare in casa. Componente fondamentale per il suo gioco fatto di geometrie studiate al millimetro. Questa stagione sarà per lui un tango argentino. Affascinante, con una dose di mistero. Banchini è uno studioso di calcio, ma pochi sanno che ha una attrazione particolare, storica, per allenatori e filosofia argentini. Quando fu espulso per una imprecazione, nello scorso campionato, lui disse: «Io impreco solo in castigliano». Sembrava una battuta. Ma lo era fino a un certo punto. La passione per lo spagnolo, è arrivata presto. Quando da studente (prima della laurea in scienze motorie) aveva fatto l’Erasmus in Spagna. L’Argentina, con i suoi eroi, è arrivata dopo. E grazie a una storia particolare. Quando, dopo aver allenato le giovanili del Vigevano, passò a guidare la prima squadra, si trovò l’argentino Manuel Angel Magnoni, una lunga carriera tra serie D e C in Italia. Tra i due nacque una forte amicizia (Magnoni è stato padrino della figlia di Banchini) e anche una forte condivisioni di sfumature sul calcio argentino. Anni dopo, nel 2016, lo avrebbe accompagnato attraverso settimane di scouting in Argentina, che Banchini, reduce dall’esperienza in Oceania, fece per alcune società italiane, andando su e giù con un “Colectivo”, i pullman per i grandi viaggi dove si dorme all’interno. Da lì, Banchini ha cominciato a studiare allenatori e tattici. Argentini e spagnoli.

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