Como, arriva il j’accuse di Corda
«Presuntuosi, ora serve il bastone»

Il direttore tecnico azzurro ce l’ha con tutti: squadra, arbitro e “cuori comaschi”

Mea culpa, ma non solo. Lo sfogo di Ninni Corda dopo il pareggio con l’Olginatese non coinvolge solo la squadra, che resta comunque la prima imputata di questo passo falso. Una frenata che allarma tutto l’ambiente, anche al di là del risultato in sé.

Perchè tornano gli spettri dell’anno scorso, di un girone di ritorno passato a cercare inutilmente di rincorrere il Gozzano, con frenate e cadute discutibili nei momenti cruciali. Per non parlare della delusione per il mancato ripescaggio. Parola che non si riesce quasi nemmeno più a pronunciare...

«No no, non pensiamoci proprio. Quest’anno non esiste altro che il primo posto, di playoff non voglio nemmeno sentirne parlare», dice Corda.

E prendiamone nota. Perchè onestamente il Como che si è visto dalla ripresa di gennaio in poi, soprattutto nelle due partite casalinghe, non è sembrato esattamente una squadra in grado di vincere facilmente. «Presuntuosi, ci siamo dimostrati troppo presuntuosi. Se si approccia così la partita si rischia di non vincere contro chiunque. È successo con l’Ambrosiana, dove ci ha aiutato la fortuna. Anche a Scanzorosciate, anche se lo scarso valore degli avversari ci ha consentito di nascondere il problema e di rimediare. Ma con l’Olginatese siamo scesi in campo come se andassimo a una scampagnata. E questa non è una squadra da affrontare in questo modo. Anche perchè noi abbiamo sempre problemi contro i sedicenti “cuori comaschi”...».

Cioè? Corda senza troppi giri di parole sostiene che gli ex a vario titolo, in questo caso Boldini in panchina e Greco in campo, abbiano sempre il dente particolarmente avvelenato. «Possibile che tutti questi che vogliono così bene al Como poi ci mettano il duecento per cento per crearci problemi e farci la guerra? È successo con Ardito, con Ambrosini... poi magari con gli altri invece si scansano...».

Accuse onestamente non condivisibili e molto discutibili, da tutti i punti di vista. «Ma io ci tengo a sottolinearlo, vedremo se l’Olginatese con il Mantova farà lo stesso...».

Ma il problema non è l’Olginatese, è il Como. «Questo certamente, non sto cercando alcun alibi. Scuse non ce ne sono. Anzi,casomai sapendo che possono crearsi situazioni come queste siamo noi a dover dare ancora qualcosa in più. E invece abbiamo fatto il contrario. Anche se abbiamo avuto più occasioni che contro l’Ambrosiana non abbiamo comunque meritato di vincere».

Ce n’è però anche per l’arbitraggio. Su cui Corda non va certamente leggero. «Una direzione di gara inguardabile, e irrispettosa nei nostri confronti. Ci ha annullato gol validi, ci ha negato un rigore, ha gestito male i cartellini. E poi quell’assurdità sull’azione del rigore... Certamente l’arbitraggio ha influito sul risultato. È stata una designazione fatta troppo alla leggera, probabilmente vedendo la prima contro l’ultima... Non ci siamo davvero mai lamentati quest’anno degli arbitri, sono state tutte direzioni abbastanza buone. Questa però davvero è incommentabile».

E si è ricaduti in un nervosismo dannoso, che non ha aiutato. «Sì, ma era davvero dura reggere quell’arbitraggio... Detto questo, per noi era una partita da vincere almeno con tre gol di scarto, sulla carta, se vogliamo vincere il campionato. E dunque niente alibi. Torno a dire che la colpa è nostra, di un atteggiamento troppo presuntuoso».

Corda resta comunque convinto che l’organico sia assolutamente all’altezza della situazione. «Ma certamente sì, non ci serve altro. Anche domenica non è stata una questione di singoli ma di atteggiamento della squadra».

E quindi? «Quindi torneremo a usare il bastone, devono capire tutti che così non si va da nessuna parte».

E adesso, come un anno fa, lo scontro diretto diventa ancora più decisivo. E il successo del Como dipende anche dagli errori del Mantova. «Adesso io penso a Ciserano, tutti dobbiamo pensare solo a quello. Non c’è niente di perduto, abbiamo quattordici partite. Se le vinciamo tutte andiamo in serie C. Tutte, senza pensare a chi abbiamo di fronte».

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