Como, liti di marzo e poi la tregua
E adesso si ragiona sulla cessione

Prove tecniche di intesa tra Nicastro e Felleca. E spunta una storia di ritardi sugli stipendi

Che cosa è successo al Como? Che segnali arrivano dal pareggio con il Seregno? Incidente di percorso, certo. Può essere plausibile, così come sarebbe assurdo pensare che al Mantova nelle prossime sette partite non possa capitare di inciampare o rallentare almeno una volta.

Resta però il fatto che se il Como aveva un jolly da giocare in questo rush finale a questo punto se l’è già giocato. Perchè sbagliare un’altra volta potrebbe significare davvero la fine delle speranze. Ma soprattutto rimane la brutta sensazione di aver visto la squadra giocare male, e priva della carica agonistica, della voglia, del carattere di cui tanto ci si fa vanto come arma fondamentale di questo gruppo. E che in un momento come questo non è pensabile che venga meno, nemmeno per un singolo minuto. Figuriamoci per un’intera partita.

Potrebbe centrare davvero anche il clima non proprio idilliaco che si sta creando in società e che rischia di disturbare la concentrazione della squadra proprio nel momento cruciale? «Questo pareggio può essere frutto di tante componenti - analizza così la situazione Roberto Felleca -. La sosta che ha portato un calo di concentrazione, qualche problema fisico accusato nei giorni precedenti da qualche giocatore – per esempio Dell’Agnello, ndr -, le brutte condizioni del campo, l’assenza di due elementi importanti come Gentile e Raggio Garibaldi, la partita che ha fatto il Seregno chiudendosi e facendo di tutto per non subìre gol, tante cose messe insieme».

Tutto vero, ma oggettivamente non sufficiente per giustificare una partita così scialba.«Non sono alibi, ci mancherebbe. È’ un insieme di fattori, però, che possono aver portato a una prestazione del genere. Non siamo perfetti, come del resto non lo è il Mantova. Per cui non dobbiamo allarmarci, stiamo parlando di un solo punto. Assolutamente recuperabile».

C’è però dell’altro, un fattore che può aver avuto il suo peso nel distrarre la squadra dalla massima concentrazione. Perchè nei giorni scorsi è emerso qualche problema sugli stipendi. «Premetto che non può essere una scusa per nessuno, perchè i ragazzi sono sempre stati pagati puntualmente. C’è stato un piccolo ritardo nei pagamenti. Non è pensabile che non si sia vinto per questo, alla squadra non è mai mancato niente, però certo può aver disturbato la preparazione della partita, in questi giorni sistemeremo tutto».

La cifra in oggetto si aggira tra i 40 e i 50.000 euro, ma la questione si inserisce in un discorso più ampio legato alla trattativa che Nicastro sta portando avanti per la cessione della società, un discorso che proprio in settimana potrebbe trovare una svolta definitiva con l’arrivo a Como di rappresentanti del gruppo che vuole acquistare. Tra i due soci c’è - o c’è stata - qualche divergenza di vedute in merito alla gestione della trattativa, con Nicastro più deciso a chiudere l’affare in tempi brevi e Felleca più restìo, questo ha influito anche sui pagamenti. Legati presumibilmente a qualche altra condizione tra le parti, tipo il consenso di Felleca a procedere. E si stava profilando uno scontro spiacevole, anche sulla pelle della squadra. «Ma ci siamo chiariti - dice Felleca -, le cose saranno sistemate da entrambi e la squadra riceverà il dovuto. La trattativa può proseguire, non è mia intenzione oppormi».

«Si tratta di un gruppo molto serio, di grande caratura internazionale, che può dare al Como un futuro veramente solido, con grandi prospettive», dice Nicastro. E dunque si procede.

Forse non si è pareggiato con il Seregno per questo, anche perchè è vero che la squadra è stata sempre regolarmente pagata prima di questo episodio, e continuerà a esserlo. Ma dal braccio di ferro tra i soci, se ancora dovesse accadere, è più che mai necessario lasciarla fuori. Da subito.

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