Como, ora anche donne
Parte con due squadre baby

Per curare e coordinare questa linea rosa della società è stato scelto un nome già noto in questo ambito. Si tratta di Elio Garavaglia

Il passo è storico: il Como annuncia ufficialmente il suo progetto di calcio femminile. Due squadre giovanili saranno il primo step, appena comincerà la prossima stagione. Scelta obbligata in base alle norme dettate dalla Federazione, ma con l’idea di sviluppare il progetto in prima persona, senza appoggiarsi alla collaborazione con altre società.

E per curare e coordinare questa linea rosa della società è stato scelto un nome già noto in questo ambito. Si tratta di Elio Garavaglia, per oltre vent’anni tecnico delle giovanili del Milan, quindi collaboratore di Sannino al Palermo in serie A, e da quattro stagioni allenatore in ambito femminile, a partire dalla squadra di serie A del Mozzanica. Garavaglia tra l’altro era stato scelto l’anno scorso per guidare l’Acf Como, che poi ha lasciato a stagione in corso. Una figura quindi già esperta, già entrata in sintonia con il ds Carlalberto Ludi e con Giancarlo Centi, con cui collaborerà anche nella scelta delle linee guida da seguire per la formazione delle giovani calciatrici.

Tutto dunque è già pronto per questo passo. «Siamo felici di poter fare quest’annuncio – ha spiegato l’ad Michael Gandler – che testimonia ancora di più la volontà della società di legarsi al territorio e alla comunità di Como». Ludi spiega che «dal punto di vista sportivo la crescita del progetto sarà graduale, ma vorremmo fosse caratterizzato sin da subito da serietà, credibilità e dall’ambizione che ci ha motivato sin dal primo giorno». Il ds ricorda poi che si tratta di «una nuova sfida che mette in campo competenze non solo sporive ma anche umane». E un pensiero speciale va a Giorgio Bressani, «che mi aveva manifestato il suo entusiasmo per questo nuovo inizio, mosso dalla passione che ha sempre contraddistinto il suo modo di lavorare e dall’intraprendenza di chi vuole lasciare un segno, contribuendo a sviluppare un progetto da zero». Una nuova avventura a cui certamente Bressani avrebbe saputo dare il suo contributo.

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