Dell’Agnello: «Il Como può vincere
il testa a testa con il Mantova»

Parla l’attaccante azzurro: «Loro stanno facendo un grande campionato, 41 punti sono davvero tanti»

«Vivo per il gol», disse quando arrivò a Como due mesi fa. Ma Simone Dell’Agnello sa bene che si vive, e si gioca, anche peraltro. Domenica ha segnato la sua terza rete, e come per ogni attaccante, quello del gol è il momento più bello. Ma Dell’Agnello si sta gustando anche altro, la crescita del suo rendimento non solo sotto rete comincia a essere un traguardo tangibile e importante, per lui e per il Como.

Simone, datti un giudizio su questi due mesi nel Como.

Devo dire la verità, l’inizio è stato un po’ traumatico...

In che senso?

L’intensità degli allenamenti, soprattutto. Può sembrare un paradosso, ma nei professionisti il lavoro è un po’ diverso, qui si corre tanto, l’allenatore chiede molto anche in fase difensiva, il ritmo è altissimo. E’ un altro modo di lavorare, che mi ha richiesto un certo tempo per abituarmi.

Anche perchè cominciare la stagione in B e proseguirla in D...

E’ un salto all’indietro che ho scelto di fare, non senza qualche perplessità. Con il Livorno ci sono state delle incomprensioni, arrivavo dalla mia migliore annata l’anno scorso in serie C con il Cuneo e quando è uscita questa opportunità di Como l’ho presa, ma abituarsi non è una cosa immediata. Ora sono convinto di aver fatto una buona scelta, ho gli stimoli giusti.

Tre gol sinora, troppo pochi?

Sì, un po’ meno di quello che mi aspettassi. Ma sento che sto migliorando, credo che le mie ultime prestazioni lo abbiano dimostrato. E c’è ancora metà campionato per poter crescere. L’anno scorso segnai otto gol tutti nella prima parte, fino a gennaio. Ora spero di poter fare il contrario, anche perchè i colpi più importanti, quelli che si ricordano di più, si fanno quando si entra nella fase decisiva della stagione, nella parte finale. E io punto a fare un grande girone di ritorno.

Si è detto che in generale gli attaccanti finora abbiano inciso poco dal punto di vista dei gol. Che ci si attende di più da tutti voi.

Ne ho parlato anche con Gabrielloni, è giusto. E’ una considerazione giusta, ed è normale che da noi ci aspetti maggiore continuità nel segnare. Però nel gioco di questa squadra il nostro lavoro è anche altro. In quanto ai numeri, consideriamo anche che nessuno di noi attaccanti batte i rigori, e anche questo un po’ incide nel conto personale delle reti. Ciò non toglie che dobbiamo tutti, io per primo, cercare e trovare più continuità nel segnare.

Quanto può pesare anche il fatto che giochiate con una certa rotazione? Spesso Banchini cambia la formazione. Questo stimola o dal punto di vista personale può essere un problema?

Sono cose che accadono in ogni squadra e in ogni categoria, credo che in generale possa essere utile poter mettere in campo chi sta meglio. E stare in panchina può dare a volte anche qualche stimolo in più. Io stesso, per esempio, ho segnato contro il Rezzato da subentrato. L’importante è saper accettare e gestire il fatto di far parte di un gruppo in cui tutti possono dare il loro contributo. E non dimentichiamoci poi che c’è la regola degli Under, che inevitabilmente condiziona certe scelte. Personalmente poi con le mie caratteristiche credo di riuscire ad adattarmi bene con tutti i miei compagni d’attacco

Da neodilettante, come giudichi il grado di difficoltà della serie D?

Nel nostro girone sicuramente alto. Certo, c’è differenza con le ultime della classifica, ma ci sono anche tanti campi su cui è davvero dura. Penso a Villa d’Almè, a Sondrio, per esempio. Non esiste la squadra da prendere sottogamba. Va anche detto che c’è probabilmente un po’ di differenza tra i vari gironi, noi saremmo primi se giocassimo negli altri gruppi.

E se solo aveste pareggiato con il Mantova sareste primi anche in questo...

Ah sì, certo. Comunque stanno facendo anche loro un grande campionato, 41 punti sono tanti. Come sono tanti i nostri, è una bella sfida. Ma noi possiamo vincerla.

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