Gabrielloni dà la carica al Como
«Per il primato ci siamo anche noi»

Il centravanti che ha deciso la gara di Sesto è molto fiducioso

Una nuova ripartenza del Como, nel segno di Alessandro Gabrielloni. Un gol importante per risultato e classifica, ma anche simbolico.

Per lui, che dopo il Covid fino alla partita dell’altro ieri a Sesto non era ancora riuscito a rendere sui suoi livelli. Per la squadra, per Gattuso che alla sua prima panchina da mister del Como ritrova uno dei giocatori fondamentali. E forse non è un caso che tutto questo sia accaduto proprio in questa giornata.

«Una rete importante, ci tenevo tanto – racconta il bomber -, perchè è stato un periodo faticoso, ci ho messo un po’ a tornare in condizione. Il Covid, le tante partite di questo periodo, praticamente la partita è stato il vero allenamento perchè c’è stato poco tempo per lavorare, per entrare in condizione».

Settimane frenetiche, con in mezzo anche l’esonero. E per qualcuno, come lui per esempio, è stato un cambio ancora più sentito dopo tre anni con Banchini. «Non entro nel merito di decisioni che non prendiamo noi giocatori, però posso dire che Gattuso è stato molto bravo nel ricompattare subito il gruppo, e nel darci indicazioni precise».

Quelle di cui, forse, la squadra sentiva il bisogno. «Chiaramente in un giorno non c’è tempo per cambiare le cose, anche se Gattuso ci conosce bene. Ci ha chiesto esplicitamente di essere più aggressivi, un gioco più incentrato sulla verticalizzazione, ha chiesto a noi attaccanti di essere più attivi. Ha dato subito queste indicazioni, e credo che soprattutto nel primo tempo siamo riusciti a seguirle bene. Poi è subentrata anche un po’ di stanchezza, però siamo rimasti compatti».

Effetti che Gabrielloni attribuisce al cambio, anche se non si sente di commentare la decisione dell’esonero, se non con una considerazione. «In Italia è difficile vedere un allenatore per anni sulla stessa panchina, io per esempio prima di Como ho sempre cambiato. E probabilmente serve, la nostra reazione è stata positiva, siamo fiduciosi e ottimisti».

Quindi di una scossa c’era probabilmente davvero bisogno. Anche se il vero banco di prova sarà soprattutto il rendimento al Sinigaglia, «in trasferta abbiamo una media eccellente, il fatto che in casa non accadesse forse non è stato casuale. Giocare contro squadre che si difendono è stato più difficoltoso, noi abbiamo esterni forti che in trasferta trovano più spazi, in casa non siamo riusciti a essere abbastanza aggressivi. Ora dobbiamo cambiare questo atteggiamento».

Cambierà forse anche qualcosa dal punto di vista tattico? «Per adesso non c’è stato il tempo, penso che un lavoro del genere si possa cominciare a fare dalla settimana prossima, anche se già a Sesto nel secondo tempo abbiamo visto un centrocampo diverso».

Lotta per il primo posto, adesso se ne può parlare apertamente? «Perchè no? Ben vengano adesso le sfide importanti, questa stagione è ben diversa da quella dell’anno scorso, lo abbiamo capito già dal tipo di mercato che è stato fatto».

La squadra, dunque, è compatta con Gattuso, ma cosa si aspettano i giocatori? Nessuno ancora sa se questa sarà la scelta definitiva. «No, non lo sappiamo nemmeno noi. Possiamo solo dire che con lui ci troviamo bene, e che il fatto che ci conosca già è un vantaggio importante. Poi il resto non spetta a noi deciderlo».

Ma le scelte si possono anche influenzare, con le vittorie soprattutto.

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