Il derby lo gioca “flipperino” Damiani
«Tra Como e Lecco. I gol? Li ho fatti qui»

I ricordi del figlio del grande Oscar e doppio ex della sfida di domani

Oscar Damiani junior giocava con il numero 7 di papà Oscar senior. Meno offensivo, più tattico. Oggi fa il mediatore un po’ come papà Oscar senior, e soprattutto si veste elegante e ricercato come Oscar senior. Abita a Montecarlo, è sposato, ha una bambina di 10 anni e la sua attività è orientata soprattutto al calcio francese, dove mette in contatto società e agenti di giocatori.

Soprattutto, Oscar Damiani jr., è un doppio ex del derby Como-Lecco: due anni a Lecco (e una promozione in serie C1)e due anni a Como, dal 98 al 2000, con un playoff perso per la B con la Pistoiese. Como e Lecco pari sono, per lui? Quasi: perché in sei derby giocati (due con la maglia del Lecco e quattro con la maglia del Como) ha segnato ben tre gol ai blucelesti!

Che ricordi hai di quelle stagione?

Bei ricordi. Sono stato bene in entrambe le piazze. A Lecco ho fatto una promozione, e quando vinci hai sempre un ricordo piacevole. A Como ho giocato per una società che puntava alla B, sono stati due anni intensi anche se non abbiamo centrato l’obiettivo.

Però nel Como hai segnato tre gol...

È vero, non sono pochi. Me li ricordo come se fosse adesso...

Dai, ripassiamo.

Il primo gol l’ho segnato nel 3-1 del 98-99, Trainini allenatore. Passò in vantaggio il Lecco con Scazzola, poi segnarono Rocchi, Saudati e io.

Secondo gol, al ritorno.

Vincemmo 2-1. Feci un gol, di testa, su cross di Ambrosoni. E feci anche l’assist per il gol di Salvi.

Terza rete, l’anno dopo.

Sì, all’andata, a Lecco: un cross di De Zerbi.

A Lecco non saranno stati tanto contenti...

Mi ricordo che al ritiro estivo di Chiavenna, l’anno di De Vecchi, cioè la mia seconda stagione a Como, arrivò un tifoso del Lecco che mi disse: “Hai fatto gol sotto la nostra curva, non dimentichiamo...”. Cose da derby. Ma, ripeto, io sono stato bene da tutte e due le parti.

Adesso che sei fuori dal giro del calcio italiano, puoi dare un giudizio più distaccato su Como e Lecco. Differenze? Particolarità?

A Lecco si appassionano più facilmente. Va meno gente allo stadio, anche se lo stadio più piccolo ti dà calore più facilmente. Como fa più fatica ad esaltarsi, visto il passato nobile più recente. Como è più difficile da scaldare, ma quando si scalda poi esplode. Mi ricordo lo stadio pieno contro la Pistoiese. Peccato che gli stadi adesso siano chiusi. Como è una bomba pronta a esplodere. Bisogna solo accendere la miccia. Mi dicono che la nuova proprietà sta facendo le cose bene, che ha un grande potenziale...

Senti ancora qualcuno del tuo Como?

Saudati, Milanetto e Ambrosoni. E poi, certo, Rocchi perché dopo essere stato mio compagno, è stato assistito da mio padre.

Ti chiamavano flipperino...

Sì, perché mio padre era flipper.

Stesso numero d maglia, ma caratteristiche diverse.

Lui era più offensivo, io più il quinto esterno di centrocampo a fare tutta la fascia. Come ho giocato anche in B a Monza. Lui quando puntava l’uomo era uno spettacolo.

Come va a Montecarlo?

Mah, è una base logistica efficace per me che lavoro in Francia.

Ti abbiamo visto spesso a Monza al Gp di Formula 1.

Faccio parte della Nazionale piloti. Mi invitò un massaggiatore di Cuneo, che lavorava nello staff. Sono diventato amico di Leclerc (che abita a Monaco) e Gasly, quando ancora correvano in Gp2. Non mi perdo mai Monza, Monaco e quest’anno sono andato anche al Mugello.

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