La Lega Pro studia la nuova via
Quasi tutti vorrebbero finire qui

La stragrande maggioranza delle società di serie C è contraria alla ripresa del campionato, e di questo chi deciderà dovrà tenerne conto

La stragrande maggioranza delle società di serie C è contraria alla ripresa del campionato, e di questo chi deciderà dovrà tenerne conto. Ma si è deciso di prendere ancora altro tempo, per valutare le conseguenze giuridiche ed economiche di uno stop definitivo. In attesa anche, ovviamente, di quelle che saranno le decisioni del Governo.

L’assemblea dei club di Lega Pro, tenutasi ieri in videoconferenza, è stata come prevedibile molto partecipata e intensa. Con anche qualche momento di commozione, specie negli interventi di chi rappresenta squadre delle zone più pesantemente colpite dal coronavirus.

La convinzione che non sia opportuno portare a termine la stagione è stata esposta da molti, ma allo stesso tempo in primissimo piano sono state poste le problematiche economiche.

E le misure da adottare per fronteggiarle: in particolare è arrivata la richiesta di poter subito svincolare le fidejussioni a garanzia messe da ogni club al momento dell’iscrizione, e la possibilità di poter accedere alla cassa integrazione in deroga.

Una richiesta da portare direttamente al Governo, ai ministri Spadafora e Gualtieri, chiedendo la possibilità di prevedere questo intervento nelle prossime misure che saranno varate.

È stato anche dato mandato al presidente di Lega Francesco Ghirelli di proseguire la trattativa con l’Aic per arrivare al più presto a un accordo sulla riduzione degli stipendi dei calciatori. Una proposta che - come anticipato da qualcuno dei partecipanti all’uscita dell’Assemblea, nello specifico il presidente del Potenza, Salvatore Caiata - comporterebbe due soluzioni diverse, sintetizzate così, «offriremo un mese di stipendio ai calciatori se non si gioca più, due se si dovesse tornare a giocare». Ma sono ipotesi su cui ancora si deve discutere con la controparte, e su cui la Lega non ha ancora dato indicazioni ufficiali.

Il livello di allarme è molto alto, per il presente e per il futuro. «Ho già rappresentato alla federazione le necessità e le istanze dei club - ha detto Ghirelli -, è necessario trovare un punto di equilibrio tra le questioni etiche, le responsabilità collettive e la possibilità per le squadre di serie C di continuare a spendersi in prima linea per quel calcio che fa bene al Paese. Abbiamo tracciato una linea comune sull’esigenza di riforme basate sul taglio dei costi ai fini della sostenibilità economica».

Temi che peraltro erano già oggetto di analisi per la serie C ben prima di questa emergenza. Tra le proposte emerse, anche possibilità diverse per le future sponsorizzazioni, con forti incentivazioni ai partner commerciali.

Tornando invece all’aspetto più pratico, quello legato a un’ipotesi di ripresa, tante società hanno ricordato come potrebbe essere difficile garantire la sicurezza nel momento del ritorno al lavoro, un tema che travalica anche l’aspetto etico, comunque sottolineato da molti in un periodo in cui le priorità del Paese sono altre.

Il discorso di come risolvere il problema di eventuali promozioni e retrocessioni è rimasto per il momento in secondo piano. Ora si attendono soprattutto le decisioni del Governo e dei vertici federali.

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