La vera storia di Balotelli al Como
Due incontri e poi il no (di Wise)

Tutto era nato da una idea venuta a Suwarso e Gandler, che consideravano l’arrivo di un big come una scorciatoia per concentrare le attenzioni sul brand Como in via di sviluppo

Un conto è dire che c’era stata una trattativa perché Balotelli venisse al Como nell’estate del 2020. Un conto è scoprire i dettagli e accorgersi che l’ex attaccante di Inter e Milan era stato davvero a un passo dal venire a Como. Sì, insomma: un conto è fare un’offerta e spacciarla per trattativa, un conto è avere più incontri sul tema.

Tutto era nato da una idea venuta Mirwan Suwarso e Michael Gandler, che consideravano l’arrivo di un big come una scorciatoia per concentrare le attenzioni sul brand Como in via di sviluppo. Il dg (allora ds) Charlie Ludi era stato sguinzagliato sul tema, e aveva avuto ben due incontri con lo staff di Balotelli, compreso Mino Raiola ovviamente, cioè il suo “pesantissimo” procuratore. Un incontro a Montecarlo e uno all’aeroporto della Malpensa. Il fatto che ci fosse stato un secondo incontro, fa intendere come la proposta del Como fosse credibile, dal punto di vista del progetto ma anche dell’offerta economica. Il fatto che Raiola, da una parte trattasse e dall'altra aumentasse la richiesta economica in maniera considerevole, faceva pare del gioco delle parti. Poi venne il momento di incontrare Balo, e quando il ds Ludi era già per strada per andare a raggiungere Mario, arrivò la telefonata di Raiola per dire che era troppo presto e che il ragazzo aveva dei dubbi.

La parola fine alla vicenda venne scritta a Londra, pochi giorni dopo, quando Ludi trascorse tre giorni nella capitale londinese fianco a fianco a Wise. Ludi informò Wise che la società aveva questa porta mezza aperta con il giocatore. Wise, nel suo stile, tirò una riga sul foglio e disse più o meno: «Passiamo alle cose serie». In realtà Balotelli mal si sposava sul progetto (molto caro a Ludi) di avere giocatori molto allineati al progetto e con comportamenti moderati, capaci di fare gruppo. Lo stesso Banchini non sarebbe stato l’allenatore più felice del mondo.

Quanto però l’offerta del Como fosse competitiva lo dice il fatto che poi Balotelli si accordò con il Monza per una cifra di ingaggio inferiore a quella che gli aveva proposto il Como.

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