L’altra “partita” del Como
C’è l’incontro per lo stadio

In Comune hanno fretta di capire se, dopo la sostituzione di Gandler, gli orientamenti della società sul tema stadio siano gli stessi

Incontro. La notizia è che, a due settimane dall’insediamento della nuova leadership in società Wise-Ludi e la sostituzione di Gandler nelle strategie progettuali, questa settimana ci sarà un meeting tra il Comune e la società sul tema dello stadio Sinigaglia.

In Comune hanno fretta di capire se, dopo la sostituzione di Gandler, gli orientamenti della società sul tema stadio siano gli stessi. La società ha fretta di comunicare con le istituzioni soprattutto sul tema dell’adeguamento dell’impianto in caso di promozione in serie B, ma non si tirerà indietro quando sul tavolo sarà messa anche la questione dell’ipotetico nuovo impianto. Sin qui le linee guida, anche abbastanza scontate. Poi ci sono da aggiungere un sacco di cose, sfumature che vanno raccontate. L’approccio del “nuovo Como” cambia, sul Sinigaglia. Sul tavolo della società c’è adesso il problema dell’adeguamento dell’impianto per la B. Il primo posto, per certi versi inatteso, ha fatto mettere la freccia a questa “esigenza” nei confronti dell’altra, quella del progettone. Il Como indo-inglese non vuole ripercorrere il cammino che fece Porro: giocare in campo neutro le prime partite, in caso di promozione. Allora la società si presenterà di fronte a Landrisicna e ai suoi uomini con un pacchetto di cose “certe” da fare: posa dei seggiolini, ripartizione dello stadio in quattro settori diversi, adeguamento dell’impianto di illuminazione (la Lega vuole campi molto illuminati per le dirette serali), messa in funzione dei tornelli, gestione degli spazi esterni e prefiltraggi (sempre che la gente possa tornare), persino il sistema a led va sostituito. Andranno fatte valutazioni su chi paga cosa (la base di trattativa potrebbe essere che pagherà il Como in virtù di uno scomputo dal canone di affitto) e sul problema dei distinti che andrebbero abbattuti e rifatti ex novo.

Il Comune però chiederà conto anche del progettone. A Giacarta non sono rimasti contenti della concessione di 12 anni, o almeno non la ritenevano sufficiente per poter imbastire un discorso serio su un impianto di 70 milioni. Si ricomincerà da zero anche su questo tema. Con investitori privati sempre interessati.

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