Nuovo incarico a Bovolon: la difesa
«Como, prima o poi andiamo in B»

Mister Banchini lo ha reinventato, dandogli fiducia in un ruolo non suo

Difensore suo malgrado, ma sempre tra i migliori. La duttilità di Edoardo Bovolon non è una novità. Ma qui siamo in serie C, domenica il Como aveva di fronte una squadra da serie B, e per un ragazzo di ventun anni che nel calcio professionistico ci è arrivato da un mese non è poi tutto così scontato.

Bovolon è uno dei simboli migliori di questo Como, che lui stesso ha contribuito a portare fin qui. E come questo Como ha solo voglia di crescere e di non porsi dei limiti. Anche quando c’è da fare qualcosa di diverso dal suo ruolo naturale. «Lo ammetto, giocare a centrocampo mi è più congeniale, perchè a me piace anche avanzare, provare a entrare in area... Ma sto imparando anche a giocare dietro, e comincia a piacermi anche così, in fondo anche nelle giovanili ho sempre avuto una certa predisposizione a difendere. Mi aiuta molto il mister, impiegarmi da difensore subito, alla mia prima esperienza in C, significa darmi una grande fiducia».

Una scelta fatta per necessità, ma non solo. Perchè Edoardo nei due anni di serie D, nonostante la giovanissima età, è sempre stato il vero jolly della squadra, giocando da play, da mezzala, da esterno, da difensore. «Mi ha giovato anche il discorso degli under obbligatori, era anche un modo per risolvere il problema...».

Ma non è esattamente così, e quest’anno in ogni caso quel dubbio non c’è più. «Inseguo la C da due anni, e credo di essere davvero capitato nel posto giusto al momento giusto, perchè con questa società e questo progetto sicuramente prima o poi arriveremo in B. Non ho nemmeno voluto sapere quest’estate se ci fossero altre offerte per me, ho voluto fortemente restare qui e ho scelto di restarci per tre anni perchè ci credo davvero».

Ma anche il Como ha voluto fortemente lui, Banchini in primis. Del resto già l’anno scorso è stato proprio lui il giocatore con il maggior numero di presenze. «Ho perso una sola gara, e sapete quale? Ho giocato da diffidato per una decina di giornate, riuscendo a evitare sempre il cartellino. Proprio alla terzultima giornata, contro il Villafranca, faccio un fallo di mano in area provocando il rigore avversario, e prendo l’ammonizione... L’unica partita che ho perso è stata quella della promozione».

Ma il vero dispiacere, adesso, è aver perduto domenica con il Monza. «Sì, è stato veramente un peccato. Anche se è importante quello che abbiamo fatto, riuscendo a tenere testa a una squadra così forte. Adesso possiamo dire di essere in grado di giocare alla pari con tutti».

E di provare a cancellare contro il Renate l’unica giornata nera vissuta sinora, in Coppa Italia. «È stato un bene averla vissuta, perchè ci ha messo in guardia su alcuni errori che stiamo imparando a correggere. Però sarà dura lo stesso, in serie C ogni domenica trovi dei giocatori veri, c’è una bella differenza dall’anno scorso. Ma noi più giovani siamo molto aiutati dal lavoro del mister e dall’esperienza degli altri compagni, l’impatto con questa categoria è stato buono per tutti, ora si tratta di continuare».

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