Ora il Como studia la ripartenza
Prima un pre-lavoro e poi il ritiro

Sul tavolo di direttore sportivo e allenatore c’è un’ipotesi di questo tipo: chiamata a luglio, forse nell’ultima decina di giorni per riportare i giocatori gradualmente alla normalità

Il Como sta valutando in questi gironi come ripartire dopo la sosta per pandemia. Una sosta lunghissima, arrivata a quattro mesi, che ha bisogno di una valutazione attenta sui metodi della rimessa in moto. Di solito di ragiona su sei settimane di lavoro prima dell’inizio del campionato. Ma in questo caso i tempi si dovranno allungare.

Sul tavolo di direttore sportivo e allenatore c’è un’ipotesi di questo tipo: un pre-lavoro nel mese di luglio, forse nell’ultima decina di giorni per riportare i giocatori gradualmente alla normalità. Per evitare choc fisici o infortuni. Il che tra l’altro confermerebbe la tradizione della categoria della ripresa del lavoro dopo le vacanze nel mese di luglio. Poi potrebbe esserci un breve stop (una settimana?) e la partenza del lavoro vero e proprio, cioè il ritiro estivo, entro il 10 agosto. Un piano che andrà rivisto alla luce delle date della nuova stagione, che sono un rebus. Diverso sarà se si inizierà a metà settembre oppure ai primi di ottobre. Intanto si stanno valutando i luoghi di allenamento.

Per la seduta in sede, favorito il Lambrone specie se il Sinigaglia sarà sottoposto a lavori sul campo. Per il ritiro resta in pole position la località di Arona, che ha sempre soddisfatto le esigenze della squadra e della società. Una struttura abituata a lavorare con le squadre di calcio, e dunque elastica negli orari e nella gestione. Ma si stanno valutando anche altre soluzioni. In attesa, altro passo fondamentale, di conoscere nel dettaglio i protocolli medici di ripresa dell’attività. Tamponi ogni due giorni e test sierologici ogni quattro? Ma tutto andrà rivisto a seconda della piega che prenderanno i contagi. Stessa valutazione che inciderà sulla presenza o meno del pubblico alle partite.

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