Raggio Garibaldi
Il calcio senza pallone

Ed è più difficile lavorare così, senza il contatto con i compagni. Ma non è l’unico contatto che manca, perchè abbiamo annullato la vita sociale

Allenarsi da soli, come quando ci si deve riprendere da un brutto infortunio. Ma qui manca tutto, manca il pallone, mancano le pacche sulle spalle dei compagni. Manca la squadra, manca il pallone. Le cose essenziali per un calciatore. Il capitano del Como, Silvano Raggio Garibaldi, racconta come si stanno vivendo questi giorni così strani.

Allenamenti in solitudine o quasi. Come funziona?

E’ tutto facoltativo, però noi siamo rimasti tutti qui per non avere problemi e seguiamo il programma consigliato dallo staff personalmente a ciascuno di noi.

Niente pallone, giusto?

No, lavoriamo a gruppi ridottissimi, ma ognuno per conto suo. Solo lavoro atletico, di aerobica e di forza. Ma tutto svolto individualmente.

E già questa è una stranezza per un atleta che lavora in squadra.

Ed è più difficile lavorare così, senza il contatto con i compagni. Ma non è l’unico contatto che manca, perchè come tutti anche noi abbiamo annullato la vita sociale, non ci si vede fuori, si sta a casa, secondo le indicazioni che anche la società ci ha fornito.

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