Rebus del Como, gioca ma perde

Marconi: «Facciamo troppi errori gravi. Non siamo più in Lega Pro e qui ti puniscono subito»

Un rebus. Un rompicapo. Se lo rigirano per le mani i tifosi. E pure i giocatori del Como. La squadra gioca, non è passiva, non aspetta gli eventi, attacca, crea. Ma non fa punti. È successo con il Brescia, è successo con il Cesena. Con l’aggravante (in un certo senso) che quella di martedì era la sfida con una delle regine del campionato. Alzi la mano chi, sul 2-1, non ha pensato: «Questa gara non solo la pareggiamo ma forse la vinciamo anche». Il Cesena era lì, ripiegato su se stesso, scaricava solo palloni su Djuric. Ma poi è arrivato il 3-1. Togliamoci dalla testa, e in fretta, che questo possa rappresentare un alibi per la squadra azzurra. Una legge non scritta del calcio dice che ai momenti di brillantezza seguiranno momenti opachi. E se non fai i punti quando giochi bene e sei brillante, poi li rimpiangerai quando arriveranno i momenti bui. Dunque non è una consolazione. Ma a cosa di deve questa strana nemesi azzurra? Forse uno spreco eccessivo di energie? A volte la squadra sembra gettarne sul campo troppe, sovrapposizioni inutili, tutti che caricano come bufali. Salvo rimanere con le batterie un po’ scariche nel finale, come contro il Latina. «Facciamo troppi errori gravi - dice un po’ sconsolato capitan Marconi -. Non siamo più in Lega Pro e qui ti puniscono subito. Purtroppo le belle prestazioni sotto i profilo del gioco non bastano a rialzare il morale. Ora avremmo bisogno di giocare male e fare punti».

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