Un punto in più sulle rivali
Il Como può dirsi soddisfatto

Il pareggio di Pordenone non brillantissimo, ma gli altri risultati lo trasformano in un passo avanti. Squadra un po’ stanca ed ennesima reazione in dieci

La parte mezza piena del bicchiere ha la sua importanza. Perché alla fine il Como è uscito da Pordenone con un punto in più sulla zona playout. Che poi questo sia un discorso che a qualcuno piace poco, è un altro ragionamento. Ma di fatto aumentare le scorte è sempre fondamentale in questo percorso. Ed è un merito, perchè intanto dietro tutti arrancano. Meglio, quasi tutti perdono. E avere la capacità di approfittarne è importantissimo.

Dieci

Altro punto a favore è il fatto di aver pareggiato in dieci. Certo, su un campo dove fare punti non è stato difficile per nessuno. Però la reazione del Como c’è stata dopo un primo tempo oggettivamente difficoltoso. E si è concretizzata in un momento particolare, dopo l’espulsione di Ioannou, quando c’era invece il rischio di una rassegnazione definitiva, specie portandosi dietro un fardello fastidioso come era la sconfitta della settimana prima con la Spal.

Dire che non ci siano nuvole in questo momento nel cielo del Como, però, sarebbe non guardare la realtà. La parte mezza vuota del bicchiere c’è, eccome se c’è. C’è un po’ di evidente stanchezza, che si manifesta anche, per esempio, nelle espulsioni. Non in numero allarmante, ma ci sono. E sono un piccolo sintomo, visto che il Como ha condotto da questo punto di vista invece un girone di andata impeccabile. C’è anche la coperta un po’ corta, altrettanto evidente. Con assenze che influiscono tanto sul modo di giocare della squadra, vedi la capacità di Cerri di tenere alto il baricentro, e che lasciano poche alternative a Gattuso in alcuni ruoli. Dalla scelta dei centrali in difesa, a quella degli esterni in attacco. Contro nessuno si può puntare il dito in particolare, ma è chiaro che in un periodo particolarmente intenso, dove le rotazioni sarebbero indispensabili, tutto pesa un po’ di più.

Non sono alibi, ma verità. Come è verità la giusta sottolineatura fatta da mister Jack a fine partita, ovvero che otto giocatori su undici della formazione di Pordenone l’anno scorso giocassero in serie C. Ora, è chiaro che arrivare dalla C non rende un giocatore meno bravo di chi in B gioca da anni, anzi. E proprio nel Como gli esempi in questo senso sono tanti. E’ però un modo per sottolineare come a volte sia ingiusto pretendere da questo gruppo più di quello che ha dato e può dare.

Calo

Vogliamo mettere in tutto questo anche qualche piccola delusione? Sì. L’apporto di qualcuno ora come ora non è quello che ci si sarebbe potuti attendere. Soprattutto dalla metà campo in giù. Anche per problematiche fisiche affrontate negli ultimi mesi, giocatori come La Gumina o Ciciretti, per esempio, non sono in grado in questo momento di dare quello che si vorrebbe da loro. Così come è successo l’altro giorno a Peli, su cui c’erano altre aspettative. Ma anche queste sono problematiche che fisiologicamente possono accadere, per non rispolverare poi colpi di sfortuna come la perdita di Chajia o Gatto.

Ora arrivano due gare difficili come quelle con Ternana e Perugia. Ma il nome e il valore dell’avversario contano poco. Quello che conta è soprattutto affrontarle con lo stato d’animo giusto.

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