Addio a Rino, l’ultimo reduce di Russia
Da Nikolajewka al campo di prigionia

Villa Guardia Pietro Bianchi fu anche colpito da tre schegge durante la leggendaria battaglia

L’alpino Pietro Bianchi, Rino per tutti, 98 anni, è “andato avanti”.

Mai come in questo caso il linguaggio caro alle “penne nere” viene utilizzato con tutta la solennità che merita per ricordare il “Rino”, reduce di Russia, alpino del gruppo di Villa Guardia, classe 1920, chiamato alle armi nel 1940.

Il trimestrale della sezione di Como “Il Baradell”, nel numero di gennaio-marzo 2018, gli dedicò la copertina (foto dell’alpino Mario Ghielmetti) all’insegna del motto “Tutti per uno”.

Questo perché il volto di Pietro Bianchi «rappresentava quello di tutti i nostri reduci», la motivazione enunciata dalla redazione de “Il Baradell”. Già con «la pioggia e il fango dell’Albania sulle spalle», il “Rino” partì alla volta della Russia fino a Cernivci, «un paese pieno di mucchi di carbone»

Da il trasferimento a piedi verso est, con i segni della guerra ovunque. Pietro Bianchi era presente anche a Nikolajewka, battaglia nota come “la vittoria degli alpini”, dove - come ricorda “Il Baradell” - fu colpito «da tre piccole schegge, una delle quali non è mai stata asportata». I funerali si terranno oggi alle 15 nel Santuario di Maccio. Lo piangono i figli con le rispettive famiglie, lo piange il gruppo di Villa Guardia e con affetto lo ricordano i vertici della sezione di Como, a cominciare dal presidente Enrico “Chicco” Gaffuri.

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