Campione: «Coop di lavoratori
per riaprire il casinò»

Un gruppo di diciannove dipendenti sta valutando una soluzione temporanea, ma immediata. Intanto a Roma il senatore forzista Maurizio Gasparri sollecita il Governo: «Si eviti un’ingiustificata paralisi»

Dal 27 luglio il casinò è chiuso per fallimento senza che da Roma arrivi l’auspicato decreto salva Campione.

«Les jeux son fait, rien ne va plus»? Nemmeno per sogno. Almeno per i diciannove lavoratori della casa da gioco stanno lavorando a un progetto alternativo: costituire una cooperativa dei dipendenti che gestisca il casinò in modo provvisorio, il tempo necessario al Governo di intervenire in modo concreto.

L’obiettivo della gestione in cooperativa è quello di accelerare i tempi della riapertura per limitare i danni di un blocco che al momento sembra destinato a durare a lungo.

«Il progetto che stiamo portando avanti anche consultando avvocati e commercialisti - spiega Alessandra Bernasconi, responsabile marketing della casa da gioco e tra i promotori del progetto coop - è quello di riprenderci il casinò e gestirlo per un tempo limitato, fino a che la situazione non venga definita da Roma. Conosciamo la macchina e saremmo in grado di farla funzionare. Siamo in diciannove e rappresentiamo un po’ tutti i settori della casa da gioco».

«Ogni giorno che passa è un danno enorme - spiega la stessa Bernasconi - si parla di circa 250mila euro di perdita al giorno, ma occorre considerare che ogni giorno a Campione arrivano clienti che non possiamo accogliere».

Intanto a Roma il senatore di FI Maurizio Gasparri con una interrogazione sollecita «il Governo ad assumere iniziative urgenti per affrontare la vicenda Campione. Si eviti una ingiustificata paralisi della casa da gioco che da lavoro a 500 persone e può continua re a produrre utili dei quali si è sempre avvalso il Quirinale».

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