Canepa, 53 esuberi
Uscite volontarie
e part time condiviso

I sindacati hanno presentato ai lavoratori dell’azienda tessile gli strumenti concordati per la gestione delle uscite

«L’accordo prevede la riduzione del personale attualmente in forza di 53 lavoratori, che verrà posta in essere a partire dal 14 settembre. Ma sancisce l’impegno di ricercare soluzioni alternative al licenziamento, contemplando le più svariate opzioni». Attraverso i temi già toccati: «Dalla ricollocazione del personale eccedentario presso altre aziende, alla volontarietà di alcuni lavoratori di risolvere il rapporto di lavoro essendo prossimi alla pensione, ed altre previsioni combinate ad un’incentivazione all’esodo». Nella nota diffusa ieri per conto di Canepa l’avvocato Matteo Michele Trioni riassume i due aspetti cruciali dell’accordo di gestione degli esuberi: quelle cifre, dolorose, esistono. Ma anche la speranza di smorzarle. E più di tutto, tutti gli sforzi parlano di futuro.

Ieri Doriano Battistin della Filctem Cgil Como, Armando Costantino della Femca Cisl dei Laghi e Serena Gargiulo della Uiltec del Lario si sono confrontati con i dipendenti. In assemblea c’è qualcuno che ha chiesto se può fare part time e salvare il posto di un collega. Quella del part time condiviso è una chance che l’accordo di gestione degli esuberi siglato lunedì lascia aperta, chiaramente in base anche alla disponibilità dei dipendenti: un’ipotesi cara ai sindacati che hanno citato a più riprese nelle scorse settimane il lieto fine della Colombo.

Serena Gargiulo della Uiltec del Lario lo ribadisce: «Questa è una fase che si chiude, ma ne se apre un’altra. Nell’accordo è importante che ci siano le misure alternative, come il tempo parziale appunto. E un’apertura dei lavoratori c’è stata». Bisogna però procedere per tappe. Oggi sono attesi i primi colloqui per gli esuberi. Entro l’inizio di settembre le manifestazioni dei volontari, di chi insomma si dice pronto a uscire, ad esempio perché vicino alla pensione. «Posto il fatto che è un accordo di gestione degli esuberi – premette Serena Gargiulo – siamo abbastanza soddisfatti».

Se il part time è un’ipotesi, qualche certezza c’è già. Il richiamo entro sei mesi di un licenziato ora può avvenire entro dieci mesi. E i 120 giorni per intimare i licenziamenti sono diventati 180: «Ciò significa che l’azienda non farà uscire tutte le figure dal 14 settembre, ma a scaglioni, entro il marzo 2020» dice Gargiulo. Quindi, prima i volontari e si faranno i conti sul numero residuo rispetto ai 53. Poi si proverà a esplorare la chance dei part time, nei reparti interessati dagli esuberi. Armando Costantino ha sempre visto il bicchiere mezzo pieno. E anche oggi: «Quando sento parlare l’azienda lo vedo ancora così». Uno spirito positivo, quello evidenziato da Costantino, pur con tutta l’amarezza di trovarsi in una fase ancora così delicata per il tessile. E questo spirito viene sottolineato ancora dall’avvocato Trioni: «Le relazioni sindacali sono sempre state caratterizzate da lealtà e trasparenza, pur non risparmiando momenti di acceso e contrapposto dibattito, e dalla condivisa consapevolezza di voler limitare quanto più possibile l’impatto occupazionale»

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