Casinò, le accuse del sindaco
«I politici stanno in silenzio»

Campione d’Italia: durissimo attacco di Roberto Salmoiraghi sulla crisi che ha travolto la casa da gioco e il Comune

«Campione ha fatto tanti favori alla politica, adesso la politica risponda». Nel municipio dell’ex enclave il sindaco Roberto Salmoiraghi ha tenuto una conferenza stampa - ospite Olmo Romeo, il presidente della federazione che riunisce le quattro case da gioco italiane - per lanciare un messaggio al governo, il tentativo è sbloccare la crisi dell’enclave e riaprire il Casinò ormai fallito.

«E’ inaccettabile che davanti a quattro formali richieste tra giugno e agosto un sindaco non sia ascoltato e non abbia ricevuto risposte – ha tuonato minaccioso Salmoiraghi – anche arrivasse un curatore fallimentare ad ottobre senza un bilancio potrebbe occuparsi solo del Comune in dissesto, non della casa da gioco ancora chiusa. Il paese è in ginocchio, non siamo un semplice paese da 1900 abitanti, siamo una enclave in Svizzera che gestisce un importante Casinò. Dopo anni di telefonate per esaudire i favori della politica nazionale e regionale e accogliere certi protetti adesso è troppo comodo restare in silenzio».

Quanto al futuro ha detto: «Proporremo al governo un piano per il risanamento del Comune e del Casinò – ha spiegato Salmoiraghi – equiparando gli stipendi dei dipendenti a quelli di Lugano e del Ticino risparmieremo 19 milioni di euro nella casa da gioco e altri 13 milioni nel municipio. Non tornerà la Campione del passato. Il paese però sta perdendo servizi fondamentali, già oggi abbiamo chiuso l’asilo, dichiarato 86 esuberi, abbiamo gravi debiti con i vicini svizzeri. Per questo il Casinò deve riaprire subito, è un bene essenziale per Campione, quindi propongo, provocatoriamente, una gestione provvisoria affidata al Comune».

Il sindaco ha addebitato la responsabilità della crisi alla passata amministrazione, ha ricordato il peso che il partito della Lega ha avuto in passato nella gestione del Casinò, ha attaccato i quattro consiglieri che si sono dimessi e il parlamentare Giovanni Currò che ha chiesto alla giunta una passo indietro, ha detto di voler restare coraggiosamente saldo sulla nave e ha ringraziato sindacati e lavoratori per l’impegno al presidio. La conferenza per il sindaco aveva l’obiettivo di “stanare”, testuali parole, degli interlocutori romani, perché «ci stanno facendo soffocare lentamente».

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