Como, Croce Rossa in crisi
«Niente soldi per gli stipendi»

Pesa l’eredità, su cui indaga la Finanza, dell’ex presidente - Incontro con i dipendenti: si valuta la cassa integrazione

La Croce Rossa di Como non ha i soldi per pagare gli stipendi, possibile il ricorso alla solidarietà o alla cassa integrazione. Sul Comitato di via Italia Libera (che comprende anche Lipomo e San Fedele) pesa la montagna di debiti accumulata negli anni di gestione dell’ex commissario e presidente Matteo Fois , ma anche lo stop alle ambulanze Covid e la difficoltà dei cittadini a saldare subito le prestazioni a pagamento. La scorsa settimana i dipendenti della Croce Rossa (una sessantina) ed in parallelo anche i sindacati sono stati convocati dai vertici del Comitato comasco per aprire, di fatto, un tavolo di crisi aziendale. Ai lavoratori e ai loro rappresentanti è stato comunicato che non ci sono al momento sufficienti risorse economiche per saldare le prossime mensilità a cominciare da maggio.

«È uno dei momenti più grevi per il Comitato di Como della Croce Rossa italiana - si legge nella convocazione - infatti, nonostante gli sforzi portati a termine in questi anni ed alla luce del venir meno di alcune convenzioni di vitale importanza e la drastica diminuzione dei servizi di trasporto sanitario e sanitario semplice, è con estremo rammarico che si chiede un incontro urgente al fine di valutare l’apertura di un tavolo di crisi aziendale». Una prima ipotesi di licenziamento collettivo è stata scartata, è possibile che vengano individuati degli esuberi o che vengano attivati degli strumenti come la cassa integrazione o la solidarietà. I sindacati di contro hanno chiesto maggior informazioni e dati, per esempio sui dipendenti vicini alla pensione e sulla quota coperta dai volontari. Le parti si incontreranno di nuovo a breve per decidere il da farsi.

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